Ennesima notizia dell’ennesimo episodio di violenza da parte dell’ennesimo genitore ai danni dell’ennesimo insegnante: “Colloquio scuola famiglia va male, il giorno dopo il padre prende a pugni il docente e lo fa cadere a terra: trasportato in ospedale”. Beh, stiamo a vedere se le misure varate dal ministro Valditara serviranno alla bisogna.
Ma a prescindere da ciò, va detto che il problema sta a monte, molto più a monte, un monte alto quasi 60 anni e che si chiama “’68”, anno in cui si avviò una ribellione sì contro palesi storture ma qualcuno (molti) si lasciò prendere la mano e, per così dire, si gettò il ranno insieme alla lisciva. Da quel momento in poi la figura autorevole e carismatica dell’insegnante venne costantemente smantellata ed esautorata, perdendo il dovuto timore reverenziale – da non confondersi con la paura, che è altra cosa – e il prof. divenne quasi un pari grado degli studenti, che si sentirono e tuttora si sentono autorizzati a trattarlo come meglio credono. E noi sappiamo che “troppa confidenza va perder la riverenza” e che se viene meno la riverenza viene meno il rispetto.
E adesso tornare indietro è molto difficile, perché oramai l’utenza scolastica è troppo disinvolta. Vediamo se il titolare della Pubblica (D)Istruzione avrà successo coi suoi provvedimenti. Io, insegnante ormai in pensione, glielo auguro vivamente.
Daniele Orla