Nuova doccia fredda per la scuola.
Nel pomeriggio del 23 agosto il Consiglio dei Ministri si è nuovamente riunito dopo che nella mattinata era stato approvato il piano per l’assunzione di poco più di 11.200 docenti e 672 dirigenti scolastici.
Secondo le notizie diffuse in mattinata (e stando anche a quanto previsto dallo stesso ordine del giorno) nella riunione pomeridiana si sarebbero dovuti esaminare due decreti proposti dal ministro D’Alia, uno sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni e uno sul precariato.
In realtà la seduta del pomeriggio è durata qualche decina di minuti perché ci si è accorti che sono necessari ancora alcuni approfondimenti. In pratica c’è sempre di mezzo la questione della copertura finanziaria.
L’idea che sembra emergere è quella di distribuire l’intera materia in due provvedimenti separati: un decreto legge e un disegno di legge (il Quirinale, infatti, ha già fatto sapere che alcune norme non possono essere considerate in alcun modo urgenti).
Il primo diventerebbe esecutivo in pochi giorni subito dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, il secondo dovrebbe essere esaminato dal Parlamento.
Nulla si sa in merito alla questione dei “Quota 96” e dei docenti inidonei ma è ormai molto probabile che tutto questo personale rimarrà di fatto congelato ancora per un altro anno scolastico.
D’altronde se anche nella prossima riunione di Governo, già convocata per il 26 agosto, dovesse essere approvato un provvedimento in tal senso, bisognerebbe comunque aspettare la pubblicazione in Gazzetta perché le norme possano entrare in vigore.
Il fatto è che, a quanto pare, né la Ragioneria Generale dello Stato né il Ministero del Lavoro intendono cedere: il provvedimento per i “Quota 96” avrebbe un costo non indifferente e, secondo il Ministero del Lavoro, potrebbe innescare rivendicazioni a catena in altri settori del pubblico impiego.
Il ministro dell’Economia Saccomani, a sua volta, mantiene una posizione inflessibile: se il Miur vuole risolvere queste e altre questioni deve trovare le risorse al proprio interno.
In che modo non è chiaro.
Intanto è già partita la grancassa mediatica per magnificare la decisione di assumere 11.200 docenti e 672 dirigenti. Ma si dimentica che si tratta di assunzioni già previste da due regolari bandi di concorso sui quali era stato acquisito da tempo l’ok del MEF e persino della Corte dei Conti.