A distanza di un anno dalla sua approvazione il “decreto Brunetta” inizia a dispiegare i suoi effetti diretti e indiretti.
Intanto c’è la questione dei contratti nazionali che non possono più occuparsi di materie che il decreto esclude esplicitamente dalla contrattazione.
Sembra, per esempio, che il Contratto integrativo in materia di mobilità annuale del personale docente e Ata, sottoscritto nel mese di luglio, non abbia ancora superato tutti i controlli di legittimità e che la Funzione Pubblica abbia avuto parecchio da ridire sull’inserimento di alcuni articoli relativi alla assegnazione del personale ai plessi e alle classi all’interno del contratto stesso.
Tanto che, per evitare il ripetersi di errori analoghi, aprendo la trattativa per il contratto sulla mobilità per il 2011/2012, dirigenti del Ministero hanno già messo le mani avanti con i sindacati dicendo chiaramente che, questa volta, si firmerà l’intesa solo dopo il placet del Dipartimento della Funzione Pubblica, come peraltro previsto dal decreto Brunetta.
Il problema si pone anche per i contratti di istituto che, a partire dal 1° gennaio 2011, non potranno più contenere norme sulla organizzazione del lavoro e quindi anche sulle modalità di utilizzo e assegnazione del personale.
Ovviamente i sindacati stanno facendo resistenza ma è facile prevedere che, alla fine, dovranno in qualche modo arrendersi di fronte alla forza della legge.
Così come, peraltro, sta accadendo per la vicenda delle norme disciplinari ampiamente modificate dal ministro Renato Brunetta.
Il decreto 150, infatti, prevede che un diverso potere sanzionatorio da parte dei dirigenti scolastici che, d’ora in avanti, potranno ricorrere anche alla sospensione dall’insegnamento fino a 10 giorni.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere emanata anche una apposita circolare che nelle scorse settimane è stata anche discussa con le organizzazioni sindacali.
Stando alle anticipazione diffuse sia dalla Fgu-Gilda sia dall’Anp, la circolare conferma (e non poteva fare diversamente) le previsioni della legge e attribuisce ai dirigenti scolastici maggiori poteri e responsabilità.
La Fgu ha già detto che il rischio è notevole: i dirigenti scolastici che dovessero dare avvio a procedimenti disciplinari dubbi potrebbero essere denunciati per abuso d’ufficio. L’interpretazione del sindacato di Rino Di Meglio appare francamente un po’ azzardata (da sempre, l’avvio dell’azione disciplinare è obbligatorio) ma è molto probabile che le nuove regole faranno aumentare contenzioso e conflittualità.
Per visionare la circolare ministeriale n. 88 dell’8 novembre 2010 e i relativi allegati, consulta il box “Approfondimenti” di questa pagina.
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