Categorie: Attualità

Entrata gratuita ai musei: 30 giorni di ritardo per due firme

A Bologna, in fila per ore per vedere La ragazza con l’orecchino di perla, capolavoro di Vermeer, per la prima volta in Italia. Un evento di rilevanza nazionale con prenotazioni che hanno spinto gli organizzatori ad ampliare gli orari di apertura. A Roma alla Galleria Borghese dove è allestita la più grande mostra italiana dedicata al genio di Alberto Giacometti, in dialogo con i marmi di Bernini e Canova. A Venezia, in fila per la grande mostra ‘Leger’, la visione della città contemporanea 1910-1930’ al Museo Correr. A Milano a vedere la mostra a Palazzo Reale di Andy Warhol.
Sono opportunità per gli insegnanti – mette in evidenza il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – per attivare percorsi didattici che possono rappresentare stimoli positivi per i loro studenti.
La visita ad un museo, oltre che stimolo culturale personale, per un insegnante è parte del proprio aggiornamento professionale. E’ questo il fondamento della norma: dare una occasione concreta alla professione docente e riconoscerne lo status. Anche questa settimana gli insegnanti, che avrebbero potuto – in virtù di una legge approvata e finanziata per il 2014 – entrare gratuitamente, hanno, invece, pagato il biglietto perché il decreto attuativo non è pronto. Servono due firme, Istruzione e Beni Culturali, che, a 30 giorni dalla scadenza prevista dalla legge, ancora non arrivano. Sono queste le contraddizioni di un’Italia dove le rare opportunità – sottolinea Di Menna – per incomprensibili cavilli burocratici, non si possono utilizzare. Oltre all’opera di denuncia abbiamo dato mandato legale per individuare eventuali responsabilità rispetto alla mancata applicazione di una legge molto chiara.
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