Alla presenza del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, Apruzzese ha annunciato, riferisce l’agenzia Dire, che “entro il primo semestre dell’anno sarà strutturato un nuovo commissariato. Faremo vedere la Polizia Postale nella Rete e sui social network, affinchè i ragazzi ci possano comunicare situazioni di disagio. Entro il primo semestre dell’anno cercheremo di esservi vicini comparendo nella Rete”.
Apruzzese ha poi spiegato che “sono cresciuti i furti identità fra i ragazzi sul web”.
Nella scuola italiana serve un piano di ‘cyber-formazione’ per presidi e insegnanti. E il ministero “ci sta lavorando”, commenta il ministro Profumo.
E il ministro ha continuato, dicendo: “La scuola ha la necessità di essere allineata ai tempi ed è un grande veicolo di formazione perchè ogni azione coinvolge metà del Paese. Oggi la scuola italiana ha sempre di più la necessità di avviare un processo educativo per i cittadini di domani che saranno sempre più di tipo ‘cyber’. Dobbiamo dargli strumenti per stare in questo mondo cyber. Serve una cybereducation per i nostri ragazzi e serve anche una educazione alla cybersecurity a partire dalle prime classi elementari”. Per questo bisogna “avviare un grande progetto e investire di più sulla formazione degli insegnanti”.
Per Profumo serve un “progetto non di breve termine. Serve un’educazione continua degli insegnanti. Stiamo lavorando ad un piano di formazione dei docenti in questo senso. Intanto abbiamo avviato il processo attraverso la formazione dei nuovi dirigenti (gli oltre 2mila assunti a settembre, ndr). Mi auguro- ha chiuso- che nel prossimo governo ci sia attenzione a questo processo e alla modernizzazione della scuola”.
“È necessario sensibilizzare ed informare sull’importanza del corretto utilizzo di internet e trasmettere – a nuove e vecchie generazioni – la conoscenza dei rischi connessi all’uso improprio della rete ed ai pericoli che nasconde dietro immagini e colori seducenti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nel messaggio inviato in occasione della conferenza stampa di lancio del progetto ‘Per un web sicuro’, promosso dal Moige, il movimento dei genitori, con la collaborazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Secondo Cancellieri “ci troviamo infatti oggi più che mai, a dover fronteggiare una rivoluzione che non e’ solo di tipo tecnologico, ma che – rispetto a qualsiasi altro mass media tradizionale – modifica i linguaggi e le modalità di fruizione”. Il ministro, infine, si augura che iniziative come quella di Moige e Polizia Postale “contribuiscano a creare e diffondere un approccio sempre più consapevole e responsabile alla navigazione e condivisione in rete”
Il personal computer è ormai nelle case di (quasi) tutti i minori italiani. Di conseguenza la connessione ad internet può avvenire nella quotidianità con tutti i rischi che comporta. Proprio la sicurezza sul web e’ al centro della ricerca del Moige – il Movimento italiano genitori appena conclusa dall’Itci – Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale, presieduto da Tonino Cantelmi, condotta su un campione di circa 1.000 minori in Italia. Da questa è emerso che 9 minori su 10 (l’87,8%) infatti navigano in rete quotidianamente. Nel particolare, il 39,4% utilizza il computer portatile mentre invece il 29,9% usa il mezzo dalla propria camera da letto: pratica scelta soprattutto da bambini in fascia d’età 11-13 anni (38,6%).
E non solo. Andando a spulciare i dati dello studio condotto dal movimento guidato dalla presidente Maria Rita Munizzi, che ha presentato oggi i dati presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza alla presenza del direttore della Polizia Postale, Antonio Apruzzese, emergono dati importanti relativamente a minori di età piuttosto bassa.
Se il 18% degli intervistati afferma di trascorrere in rete più di 3 ore al giorno, di questi, la metà, 5 su 10, ha dagli 11 ai 13 anni. Sono circa l’8% i bambini che, invece, si connettono ad Internet per più di 5 ore e hanno meno di 10 anni. “I nostri nuovi dati dimostrano quanto sia necessario far capire ai ragazzi, ma anche ai genitori e ai nonni, quali insidie puo’ celare la rete, primi tra tutti la pedopornografia e il cyberbullismo, pericoli reali e non virtuali che possono danneggiare in maniera grave l’integrità e l’incolumità dei nostri figli. Occorre, pertanto, massima attenzione da parte di tutti, famiglie e educatori, per diffondere la cultura dell’uso corretto di internet”, ha dichiarato la presidente Munizzi.
Per quanto riguarda il controllo da parte dei genitori sui giovani internauti, i minori dai 6 ai 10 anni sul web senza la presenza del genitore sono il 31,2%, percentuale che sale, 7 su 10 (72,5%), per la classe dagli 11 ai 13 anni, fino ad arrivare alla quasi totalità nella fascia che prevede i ragazzi dai 14 ai 20 (8 ragazzi su 10 sono privi del controllo diretto di un adulto). La socializzazione e il divertimento sono le motivazioni principali che appassionano i ragazzi al web: chattare (22,6%) e’ l’attività preferita dai giovani internauti, seguita dalla possibilità di ascoltare musica (20,3%), e infine giocare (17%).
Il 14% degli intervistati afferma, poi, di provare sempre o spesso forti emozioni quando si connette, il 5% risponde di preferire Internet a uscire con gli amici e il 16% dichiara di connettersi per distrarsi da emozioni spiacevoli.
Internet è diventato un ‘luogo’ di incontro: di fatto il 26% degli intervistati lo utilizza per cominciare nuove amicizie, il 15% dei ragazzi afferma di possedere in egual numero amici su Internet rispetto al mondo reale e addirittura l’8% afferma di possederne di piu’ nel mondo del web.
Le relazioni affettive nate in rete interessano il 9% dei giovani, la percentuale sale al 16% per la fascia 14-20. Per quanto riguarda la suggestione che il computer suscita nei confronti dei ragazzi il 37% degli intervistati afferma che spesso o sempre il tempo davanti al pc trascorre senza che loro se ne accorgano, il 21% attende con ansia il momento in cui si può collegare ad Internet e il 24% dei ragazzi afferma di non riuscire a rimanere tranquillo se per un giorno non può navigare. I social network sono molto utilizzati: 6 su 10 (61%) dei ragazzi intervistati dichiara di esserci iscritto. Domina Facebook: quasi 9 ragazzi su 10 lo preferiscono.
Le misure di controllo e prevenzione adottate dai genitori, di fatto, sono molto blande: solo il 18,6% impartisce dei limiti di tempo nell’utilizzo del computer ai loro figli contro il 35% che non si e’ mai posto questo problema. Per quanto riguarda la fascia d’età 6-10, solo 3 genitori su 10 (32,7%) sono attenti all’utilizzo che i loro figli fanno di internet (ma solo il 9% se i figli hanno tra gli 11 e i 17 anni). Mentre l’11% dei ragazzi dichiara di visitare siti non adatti alla loro età, sono il 20% coloro che affermano di cancellare la cronologia sul computer per non farla vedere ai propri genitori. Inoltre, un minore su tre (30%) afferma di utilizzare raramente la propria identita’ quando e’ collegato e il 28% ha fatto amicizia con estranei. Ancora più preoccupanti sono i dati riscontrati per gli appuntamenti al buio: il 14% degli intervistati ha incontrato le persone conosciute su Internet e il 13% dei ragazzi tra i 14 e i 20 anni ha scambiato il suo numero di cellulare con gli estranei contattati tramite chat.
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