Di fronte allo stillicidio quotidiano di femminicidi e stupri, di bullismo ed accoltellamenti fra ragazzi, raccontati talvolta con inopportuna dovizia di particolari, la domanda principale rimane una sola. Perché succede questo? Di quale disagio è sintomo tutta questa violenza? E’ evidente che la voragine che si sta aprendo di fronte a noi è innanzitutto culturale. Riguarda i valori che sono alla base della nostra visione del mondo. E questi cambiano a ritmo veloce, scavando un solco tra le generazioni.
Non ci sono dubbi. Quello che abbiamo conquistato è irrinunciabile: la crescita dei diritti soggettivi, la rete telematica, l’informazione planetaria, la chirurgia d’avanguardia, l’intelligenza artificiale …
Tuttavia, ci rendiamo conto che domina l’incertezza. Questa società è divenuta rischiosa, ingestibile. Ed il motivo è semplice. Il controllo sociale, prima ancora che sulle leggi e le forze dell’ordine, poggia sui valori. Ma questi oggi sono divenuti tutti discutibili ed indecifrabili.
Ciò crea, senza dubbio, disorientamento, frustrazione, aggressività. E c’è qualcosa di peggio della rabbia. L’insignificanza dei comportamenti. Infatti, quando la vita è povera di senso e priva di riferimenti assoluti, anche la morte diventa irrilevante.
Per alcuni decenni abbiamo ritenuto di trovarci in un’epoca di transizione fra la cultura cristiana e la stagione post cristiana. Oggi, la mutazione genetica è, in qualche modo, compiuta. E’ nata una “cosa nuova”, decisamente dominante rispetto a ciò che c’era prima. Respiriamo, infatti, da qualche anno, una miscela intellettuale i cui ingredienti sono: relativismo culturale e sincretismo religioso e centralità della tecnoscienza rispetto all’umanesimo. Da ciò individualismo e solitudine. Sentimento di onnipotenza insieme ad un’estrema fragilità interiore. Si aggiunga che il Covid e le guerre hanno accresciuto il senso di precarietà della vita, la sfiducia negli adulti e nelle istituzioni. Hanno scoraggiato nei giovani, la costruzione di un progetto di vita, aprendoli al protagonismo selvaggio.
La nostra è l’epoca della complessità. Maritain lo chiamerebbe il tempo delle ‘verità menzognere’ e delle ‘menzogne veritiere’. Una stagione storica in cui, più che in altre, positivo e negativo crescono di pari passo. E allora? Né ingenuo ottimismo, né deprimente pessimismo, ma “ottimismo tragico”. La nostra società è anticristiana? Non è la prima ad esserlo. Come il Cristianesimo del passato ha fatto sintesi tra Vangelo e cultura classica, così il Cristianesimo del futuro riuscirà a fondere insieme Vangelo e neopaganesimo. Perché, i valori, come si annebbiano, così si ricreano, si reinventano.
Proprio le crisi, del resto, hanno il potere di rivelarci i nostri limiti, suggerendoci le strade del cambiamento. E, se decidi di metterti in discussione e di rivedere le tue strategie, allora puoi pervenire ad un livello superiore. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte. Che cosa è, infatti, la cultura se non un’eterna creazione di senso. L’immensa avventura di chi è continuamente alla ricerca del bene autentico dell’uomo? Ed è accaduto altre volte nella nostra millenaria evoluzione. Grazie all’oscurità, e solo grazie ad essa, l’uomo è tornato a rivedere le stelle.
Luciano Verdone
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