Istituito con Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea del 23 aprile 2008, l’European Qualification Framework (EQF) ha l’obiettivo “di istituire un quadro di riferimento comune che funga da dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l’istruzione generale e superiore sia per l’istruzione e la formazione professional”.
Come descrive attraverso un proprio approfondimento la Flc Cgil, “da un punto di vista tecnico l’EQF è una griglia di referenziazione, funzionale a mettere in relazione e posizionare le diverse qualificazioni rilasciate nei Paesi membri dell’Unione europea. Il confronto si basa su livelli comuni di riferimento, correlati a learning outcomes (risultati dell’apprendimento) e collocati in una struttura ad otto livelli”.
In sede di Conferenza Stato-Regioni, il 20 dicembre 2012 è stato sottoscritto l‘accordo con cui è adottato il “Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al Quadro Europeo EQF” nel quale sono collocati i titoli di studio italiani nell’ambito degli otto livelli previsti dall’Eqf, come peraltro avevamo segnalato sul nostro sito in un articolo successivo alla sottoscrizione dell’Accordo
La Federazione lavoratori della conoscenza evidenzia che “nel rapporto si utilizza il termine ‘qualificazione’ in riferimento ai titoli e alle certificazioni rilasciati da un’autorità competente a fronte di standard e regole pubbliche e riconosciute”.
Il rapporto ha avuto diverse stesure ed è stato curato da un gruppo tecnico composto da rappresentanti del Ministero del lavoro e del Ministero dell’istruzione e dall’Isfol. Il 29 maggio scorso il Ministero del lavoro e l’Isfol, in rappresentanza delle varie competenti autorità nazionali e regionali, hanno presentato il rapporto di referenziazione nazionale alla Commissione europea e ai Paesi che aderiscono al Quadro Europeo delle Qualificazioni (Eqf).
Infine, il 24 settembre è stato reso noto il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 13 febbraio 2013 che recepisce l’Accordo sancito nella seduta del 20 dicembre 2012 (Repertorio atti n. 252) dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.