I lettori ci scrivono

Equità e rispetto per i docenti soggetti al blocco quinquennale

Siamo docenti neoimmessi in ruolo con concorso 2018. Abbiamo dovuto scegliere sedi molto distanti da casa, a causa del numero esiguo di posti messi su organico di diritto. Brucia tanto vedere il precario senza alcun titolo che lavora tranquillamente vicino casa, mentre le sedi del ruolo, per noi sono state per la maggior parte molto disagiate (isole o paesini di montagna con pochissimi collegamenti e strade dissestate). È questo il contrappasso per l’indeterminato?

Stiamo subendo un blocco quinquennale, blocco che è stato inserito successivamente al bando del concorso e che colpisce figli dello stesso concorso perché di fatto divide in due blocchi: coloro che il concorso lo hanno fatto prima della legge di bilancio 2018 e gli “sfortunati” che lo hanno fatto dopo, che subiscono pesi e misure differenti.

Non è colpa nostra se siamo stati assunti con un anno di ritardo.
I vari USR hanno lavorato con velocità diverse. A titolo esemplificativo, l’USR Sicilia ha provveduto all’espletamento delle procedure concorsuali per molte classi di concorso, solamente a partire da settembre 2018, quando altri USR avevano già terminato e proceduto alle immissioni in ruolo. Quindi stiamo subendo delle differenze di trattamento per motivazioni imputabili esclusivamente alla cattiva gestione delle procedure concorsuali da parte dei vari USR.

Con il blocco quinquennale voi vorreste tranquillizzare le famiglie e garantire la continuità didattica; tuttavia si tratta di una mossa che colpisce in maniera drastica sia economicamente che psicologicamente chi lavora nel mondo della scuola. Moltissimi di noi sono costretti ad affrontare ingenti spese per l’affitto della casa oltre ai costi di gestione e di trasferimento. Dal punto di vista psicologico siamo lontani dai nostri affetti, dai figli e i nostri cari. Vogliamo sottolineare che un docente psicologicamente provato è frustrato perché il suo successo in quanto FORMATORE non interessa a chi dovrebbe tutelarlo, cioè il Ministero per cui lavora. Potete immaginare che cosa significa vivere lontano da figli, mariti, mogli, affetti se la scelta imposta è stata scriteriata? (Vedi la situazione dei posti di sostegno e l’irrazionale divario tra posti in organico di fatto e di diritto).

Speriamo davvero che il Governo non faccia disparità e che dia quest’anno, come ha fatto negli anni precedenti, a tutti i docenti ex FIT, la possibilità di assegnazione provvisoria!

Anche il criticatissimo governo “Renzi” concesse sempre l’assegnazione provvisoria agli esodati della Legge 107 per quanto anche questi ultimi avessero accettato un contratto con vincolo triennale.
È un nostro diritto e un vostro dovere quello di non creare ulteriori conflitti e dimostrare non soltanto a parole che avete in considerazione la scuola e i suoi principali attori.
Il 4 marzo 2018 molti docenti sono stati felici di dare fiducia al Movimento 5 stelle, perché avevano visto gente competente, preparata e che conosceva davvero il mondo della scuola, aperta al confronto, che aveva a cuore la sorte dei docenti.
Oggi, quegli stessi docenti, sperano di non rimanere “fregati” dal loro stesso voto. Ad ogni modo siamo fiduciosi che prevalga il senso di equità e di trasparenza di cui il M5S si fa portavoce.

Mariachiara Macaluso

Federico Salvatore Ferlazzo

Francesco Scarciotta

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