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Erasmus compie 20 anni: ha fatto viaggiare 1,5 milioni di studenti

Si concluderanno nei prossimi giorni i festeggiamenti per il ventennale del programma Erasmus, il progetto di mobilità studentesca avviato nel giugno 1987. 
L’apice delle iniziative si avrà a Lisbona, dove per la fine di ottobre è prevista una Conferenza di chiusura del ventennale organizzata dalla direzione generale Istruzione e cultura della Commissione europea: saranno invitati a partecipare studenti e responsabili politici attivi nel campo dell’istruzione e degli scambi accademici. 
In questi venti anni Erasmus attraverso la fornitura delle borse di studio ha permesso ad un milione e mezzo di studenti europei, il 60% donne, di studiare per un semestre o due all’estero. 
All’inizio però in pochi avrebbero scommesso su quella che poi si è rivelata una vera esplosione di adesioni: nell’87 erano appena 3.000 gli studenti a tentare l’esperimento. L’anno successivo oltre 10.000 fino ad assestarsi sugli 80.000 l’anno.
Anche a livello istituzionale i numeri parlano da soli: al programma Erasmus oggi aderiscono 2.000 istituti d’istruzione appartenenti a 31 paesi europei: la rete di collaborazione si fonda infatti su accordi di cooperazione tra istituti universitari operanti nei 27 Stati membri dell’Ue, in un paese candidato (la Turchia) e in tre Paesi associati (Islanda, Liechtenstein e Norvegia): la sua attività comprende un’ampia gamma di misure finalizzate sia a promuovere la mobilità e gli scambi di docenti e studenti che a sostenere le attività degli istituti d’istruzione superiore.
La necessità di avviare attraverso l’istruzione lo scambio di giovani cittadini si deve all’Associazione degli stati generali degli studenti d’Europa (Aegee) guidata allora dal 27enne Franck Biancheri propone il progetto Erasmus. 
Il Presidente francese François Mitterand si fece immediatamente promotore dell’idea. Anche l’ex Presidente transalpino fu colpito dalle idee professate dal filosofo, teologo e umanista Erasmus da Rotterdam (vissuto tra il 1465 e il 1536): avversario del pensiero dogmatico in tutti gli ambiti del sapere, Erasmo visse e operò in diverse zone paesi d’Europa, alla ricerca di conoscenze, esperienze e cognizioni che si possono acquisire soltanto a contatto con altri Paesi.
Con gli anni i confini dell’Erasmus si sono sempre più allargati rispetto all’iniziale coinvolgimento della sola istruzione superiore: il programma ha infatti assunto le dimensioni di un fenomeno sociale e culturale, dal quale sono scaturiti lavori e iniziative. Come il celebre film “L’appartamento spagnolo”, di Cédric Klapish, incentrato su un gruppo di studenti Erasmus di varie nazionalità che abitano nello stesso appartamento a Barcellona.
Tra le mete preferite negli ultimi anni dai giovani europei che hanno aderito al progetto di mobilità studentesca l’Italia è solo quinta, preceduta nell’ordine da Francia, Germania e Regno Unito e seguita dalla Svezia. 
La Spagna si contraddistingue anche per essere la nazione da dove partono più studenti per l’estero: circa 3.000 l’anno. E’ la seconda dopo la Germania. L’Italia è quarta, preceduta dalla Francia e seguita dalla Polonia.
Secondo il Presidente della Commissione europea, Barroso, “Erasmus è diventato qualcosa di più di un semplice programma di istruzione. Esso offre a molti studenti universitari la possibilità di vivere per la prima volta in un paese straniero ed è ormai considerato come un vero e proprio fenomeno socio culturale. E’ un ottimo esempio dei risultati che si possono raggiungere nel campo dell’istruzione con un’azione coordinata europea”
Ma il programma non ha promosso solo la mobilità degli studenti, ma negli ultimi anni ha dato la possibilità di aggiornarsi all’estero anche agli insegnanti: solo nel 2006 hanno aderito ben 21.000 docenti. Dal 2004 è poi nato Erasmus Mundus: “un programma di cooperazione e mobilità nel campo dell’istruzione superiore che mira a promuovere nel mondo l’immagine dell’Unione europea come centro di eccellenza per l’apprendimento”. Aprendo le porte anche a paesi extra-europei ha permesso a 2.325 giovani, provenienti da un centinaio di nazioni e da 323 diversi atenei, di approfondire le proprie conoscenze facendo tappa per un periodo medio-lungo di studio a Londra, a Lione, oppure a Francoforte, Praga o Atene.
La Commissione europea non ha mai nascosto che l’obiettivo di voler raggiungere i tre milioni di adesioni al programma entro il 2012. Negli ultimi anni il programma ha però dovuto fare i conti con una costante riduzione dei finanziamenti: la stessa Commissione ha sottolineato che anche se le università europee stanno accogliendo i figli dei primi studenti Erasmus, la sua espansione è minacciata dai tagli imposti dall’accordo sul bilancio Ue 2007-2013. Le borse di studio sono ferme infatti da anni a quota 150 euro e il progetto di portarle a 250 euro sembra destinato a naufragare.
Anche in Italia, a seguito dell’introduzione del 3+2, il numero di adesioni ha fatto registrare un sensibile ridimensionamento: se nel 2001 gli studenti italiani che partivano per l’estero erano quasi il 19% del totale, negli ultimi anni il loro numero si è praticamente dimezzato scendendo sotto il 10%. Riuscirà anche stavolta a risollevarsi il miracolo dell’Erasmus?
Alessandro Giuliani

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