La Commissione Europea, in una nota pubblicata ieri, ha reso nota la volontà di continuare ad investire fondi ed energie istituzionali nella mobilità studentesca ed universitaria, con il fine di creare un sistema-rete tra atenei, enti pubblici e privati dedicati alla formazione continua tra i paesi membri.
Gli investimenti per il 2023, pari a oltre 4 miliardi di euro (4,2 per la precisione), sono l’elemento che prova tale impegno, al fine di garantire una mobilità con sempre meno barriere culturali e burocratiche attraverso i progetti ERASMUS, ERASMUS+ e eTwinning, piattaforme-rete dedicate al confronto multilaterale tra enti, scuole ed università. La novità, già espressa in occasione del 35° anniversario del programma di mobilità, riguarda l’inclusione fattiva del corpo docenti all’interno di mobilità attinenti a tirocinio professionale presso altre scuole d’Europa al fine di internazionalizzare la propria professione.
La caratteristica principale di ERASMUS+ è la mobilità, ed il prossimo anno il programma continuerà a sostenere la circolazione degli studenti nelle scuole dei paesi membri, studenti dell’istruzione superiore e dell’istruzione e formazione professionale (IFP), discenti adulti, giovani in programmi di apprendimento non formale, educatori e personale verso un’esperienza educativa e formativa europea.
A partire dal 2023, il programma prevede una nuova azione diretta per supportare gli allenatori sportivi attraverso la loro partecipazione a progetti di mobilità, estendendo le opportunità di cooperazione transeuropea e di apprendimento direttamente alle organizzazioni sportive locali di base e al loro personale dipendente. Questo perché le discipline motorie e sportive sono parte integrante della cura, della crescita e della didattica. L’intero programma ERASMUS+ si concentra su quattro priorità chiave, tra cui inclusione e diversità.
Le stesse organizzazioni e partecipanti con minori opportunità sono al centro di questa priorità. Il programma continua, attraverso i previsti fondi d’investimento, a sostenere i meccanismi di inclusione di docenti e studenti e le risorse dedicate per rimuovere ogni ostacolo alla loro fattiva partecipazione.
Il progetto ERASMUS sino ad oggi ha garantito la mobilità prevalente di discenti, studenti e di coloro che, in genere, sono seduti tra i banchi ad apprendere, senza favorire l’inclusione dei lavoratori del settore. Questi, grazie alla recente revisione del progetto, sono stati inclusi in attività ERASMUS ed ERASMUS+ a livello ufficiale dall’estate scorsa, avendo fattiva possibilità di fruire di un tirocinio professionale e didattico presso altre istituzioni di formazione per un periodo di tempo compreso tra 3 e 12 mesi.
Il passo ha portata storica ed è decisivo: il fine è quello, ambizioso, di includere tutti i lavoratori della scuola all’interno di progetti ed iniziative di mobilità formativa transnazionale.
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