Se c’è un ambito in cui l’Italia primeggia in Europa, anzi dove occupa proprio la prima posizione, quello è l’interesse degli studenti per l’istruzione internazionale e i viaggi di studio all’estero. Secondo quanto riportato da IlSole24Ore, l’Italia è al primo posto fra i Paesi del programma Erasmus+ per numero di persone in partenza per attività di studio e formazione. I dati sono forniti dall’agenzia StudyAway, che ha notato e tenuto a sottolineare un altro elemento: a partire sono soprattutto le ragazze, il 59% per studio e il 63% in tirocinio. Per quanto riguarda la fascia dei più giovani, in particolare gli studenti delle superiori che decidono di frequentare da un trimestre fino a un intero anno scolastico lontani da casa, il dato appare ancora più marcato: le ragazze che scelgono di fare un’esperienza di studio o di tirocinio all’estero sono decisamente più numerose rispetto ai ragazzi. Una crescita – aggiunge il quotidiano economico – che continua a consolidarsi, come confermato anche dall’Unesco, secondo cui, nel mondo, si è passati dai 300 mila studenti in mobilità internazionale nel 1963 ai 6 milioni nel 2019.
Al momento, non ci sono studi specifici sul perché siano piuttosto le ragazze a preferire questo tipo di esperienza, ma è comunque dimostrato – come spiega la responsabile Programmi High School di StudyAway – che queste esperienze hanno un effetto positivo quantificabile sui guadagni post-laurea. in base alla loro analisi, infatti, le studentesse viaggiatrici guadagnano il 3,2% in più quando entrano nel mercato del lavoro e addirittura il 4% in più dopo 5 anni dalla laurea.
Al di là dei guadagni più elevati, quali sono i benefici che si possono trarre da un periodo significativo – diciamo da sei mesi a un anno – di studi o di tirocinio trascorso in un altro Paese?
A Geo international, un’altra agenzia italiana specializzata in formazione linguistica e professionale all’estero, non hanno dubbi: esperienze di questo tipo offrono una vasta gamma di vantaggi. A parte una migliore conoscenza della lingua del Paese in cui si opera, il Curriculum Vitae si arricchisce, diventa competitivo. Uno stage all’estero salta subito agli occhi di chi, in un’azienda, è chiamato a scegliere il personale. C’è poi la possibilità di creare tutta una serie di contatti. In un mondo sempre più globalizzato, conoscere persone provenienti da realtà e paesi diversi, per lungo periodo, offre l’occasione di creare una rete di conoscenze utile per il proprio futuro professionale.
Infine, forse la cosa più importante di tutte: una lunga permanenza all’estero è un ottimo antidoto contro ogni forma di cliché, stereotipo, pregiudizio, diffidenza. Un corroborante senza uguali per sviluppare una cultura dell’incontro e della pace.
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