Classe 1999, un debutto concertistico a 13 anni in diretta Rai da Montecitorio per l’accademia di Santa Cecilia, un diploma in violoncello a soli 14 anni con menzione d’onore e il conferimento dell’onorificenza di alfiere della Repubblica: questa è Erica Piccotti, arrivata ormai sui palcoscenici più prestigiosi del mondo. Fra le sue esibizioni in diversi festival, ci sono: il ‘Chamber music Connects the world’ a Kronberg, il “Supercello Festival’ a Pechino”, ‘Al Bustan Festival’ di Beirut.
Venerdì scorso Erica si è esibita in un concerto per le donne in Iran presso il conservatorio Luigi Cherubini di Firenze insieme all’orchestra under 35 ‘La Filharmoniè.
“Sono onorata di poter fare la mia parte in una causa così importante come quella del rispetto dei diritti umani e delle donne in Iran – spiega all’AGI -. La musica può essere utile alla causa dei diritti perchè è una di quelle cose in cui non ci sono fazioni nè partiti. La musica unisce tutti e, per questo, è il giusto strumento da usare, anche al posto delle parole. Le parole sono fraintendibili, la musica no”.
“Mi sono avvicinata alla musica classica da piccolissima, a cinque anni, avendo mio fratello violinista e mia madre pianista. è stata lei a farmi provare il violoncello, il suo strumento preferito, e da quel giorno non l’ho più lasciato. Ho anche delle foto in cui suono seduta su una sedia più bassa, altrimenti non sarei arrivata a toccare terra con i piedi”.
“Bisognerebbe promuovere un numero maggiore di scuole in diverse zone di Roma, non solo in centro. Ci sono già tante scuole di musica, certo, ma non sono mai abbastanza. A scuola ero sempre quella particolare – racconta Piccotti -, ma alla fine, avendo me in classe, alcuni miei coetanei hanno iniziato a interessarsi alla musica classica. Secondo me la difficoltà è solo quella di far avvicinare i giovani alla classica, perchè semplicemente non sono abituati ad andare nelle sale da concerto o ad aprire Spotify e sentire le musiche classiche. Ci vorrebbe solo questo piccolo passo in più, perchè nel momento in cui la conoscono, poi, la apprezzano”.
Oggi Erica vive in Germania, ma coltiva il sogno di rientrare.
“A diciotto anni mi sono trasferita per seguire alcuni insegnanti, si può dire che sono scappata appena finite le scuole. Se penso alla mia vita tra dieci anni, però, mi piacerebbe tornare in Italia e averla come base, per continuare a viaggiare nel mondo”.
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