Al tradizionale concertone del 1 maggio, che ha avuto luogo ieri al Circo Massimo di Roma, il conduttore dell’evento e cantante Ermal Meta, 43 anni, nato in Albania ha fatto un discorso in risposta alle parole del generale Roberto Vannacci sulle classi differenziate per alunni con disabilità.
Ecco, come riporta Open, alcune affermazioni in merito alla sua esperienza a scuola: “Il mio primo mese nella scuola italiana è stato veramente difficile. Non capivo niente di quello che si diceva in classe. Non capivo i compagni, non capivo i professori. Mi sono dovuto impegnare tanto per recuperare, al punto da addormentarmi sui libri. E per fortuna mi è stata data la possibilità di mettermi al passo con gli altri”.
“Ricordo che i professori mi parlavano più lentamente e mi davano il tempo di appuntarmi tutto ciò che non capivo su dei quaderni. Ecco, penso che sia stato questo, all’inizio, il significato della parola istruzione per me. Avere la possibilità di vivere una scuola inclusiva, quando il termine inclusivo nemmeno si utilizzava”, ha aggiunto.
“La parola istruzione è fortemente legata ad un’altra parola: uguaglianza, che significa avere tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità. A volte, però, pur nell’uguaglianza siamo diversi e qualcuno può partire svantaggiato nel proprio cammino. Ed è così che ci rendiamo conto che la parola uguaglianza, da sola, non è sufficiente. È a questo punto che ci viene in soccorso un’altra bellissima parola: equità. Mentre l’uguaglianza ci mette tutti sullo stesso piano, l’equità si muove dalla diversità di ciascuno, per offrirgli ciò di cui ha bisogno per realizzare sé stesso, perché tutti devono poter guardare l’orizzonte del proprio futuro in egual modo”.
Poi il riferimento a Vannacci: “Equità è un bambino che non è costretto a studiare in un’altra classe a causa della sua disabilità. Equità è valutare il rendimento dei ragazzi in base al loro impegno, ognuno secondo le proprie possibilità. Equità è garantire a tutti, ma proprio a tutti, non gli stessi strumenti, ma gli strumenti di cui ciascuno ha bisogno. In fin dei conti, non si può valutare un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi su un albero. L’equità nell’istruzione è essenziale per garantire un futuro in cui ogni individuo possa realizzare se stesso. Dobbiamo eliminare i pregiudizi e le barriere che limitano l’inclusione, affinché nessuno venga lasciato indietro. Perché il futuro è una promessa che dev’essere mantenuta per tutti”.
L’ispettore scolastico e docente di legislazione scolastica Max Bruschi, che ha partecipato a “Il Collegio“, ha commentato così le sue parole: “Noto per I brevi cenni sull’universo scolastico di chi alla scuola è esterno mi lasciano spesso perplesso. Però, riascoltare la fresca semplicità con cui un artista mai digrignante, mai sopra le righe come Ermal Meta ha parlato di scuola il 1° maggio è davvero un balsamo, da cui traggo qualche goccia. Poi… rem tene… ma questa è un’altra faccenda. Perché il divario tra ciò che è proclamato, ciò che è possibile e ciò che è realizzato è a volte, come molti di voi mi riportano quasi quotidianamente, sconfortante”.
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