Non si arrestano le contestazioni contro la macchina organizzativa dei concorsi per diventare docenti nella scuola secondaria di primo e secondo grado. I candidati hanno i loro motivi per protestare. Per almeno uno di loro l’esclusione ha il sapore della beffa, perché è arrivata dopo che ha svolto l’esame orale.
Il caso pugliese: escluso dopo l’orale
L’Usr Puglia, infatti, lo ha “escluso dalla procedura concorsuale in parola per la classe di concorso A042 – Scienze e tecnologie meccaniche – ai sensi dell’art.3, comma 5 del D.D. n. 23 del 5 gennaio 2022, per mancato superamento della prova scritta e di conseguenza depennato dall’elenco dei candidati che hanno superato la prova scritta” poiché con la nuova riformulazione dei punteggi (a seguito di alcuni errori) è passato da 72,00 e 68,00 punti complessivi (quindi sotto la soglia minima pari a 70/100).
“Il provvedimento – spiega alla Tecnica della Scuola una lettrice – è stato preso dopo che il Miur ha riconosciuto (solo in parte visto che una domanda conteneva 2 risposte esatte e quindi, come da giurisprudenza, dovevano essere assegnati 2 punti a tutti i candidati) 5 errori su 11 domande censurate”.
Solo che, continua la lettrice, “i candidati non sono numeri; non si può far ricadere su di loro gli errori di una Commissione Nazionale che ha agito con superficialità e incompetenza e ha risposto con arroganza alle contestazioni ricevute”.
Intervenga il Capo dello Stato
“Ripeto, i candidati non sono numeri, ma docenti che si comportano con più umiltà nella valutazione dei loro studenti. Il ministro è assolutamente assente e non risponde nemmeno – sostiene la lettrice – all’appello degli intellettuali”: per questo chiede “un intervento del Presidente della Repubblica a tutela della correttezza delle procedure concorsuali e dei diritti dei docenti coinvolti in questa disastrosa gestione del concorso ordinario”.
Il 1° luglio è tornato alla carica il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura, lamentandosi perché tanti candidati, sulla carta oltre 430 mila (anche se poi gli assenti allo scritto erano in alta percentuale) “si sono dovuti cimentare con quesiti ipernozionistici, che sembrano costruiti appositamente per decimare la platea dei partecipanti invece che selezionare i migliori”.
Fonti discutibili
Pittoni sul tema dei 50 quesiti a risposta multipla ha presentato anche un’interrogazione a Palazzo Madama, rivolta al ministro dell’Istruzione. Le motivazioni delle doglianze sono molteplici: “non pochi fra i quesiti – ha fatto sapere il leghista – sarebbero stati tagliati e incollati da fonti web di valore scientifico scarso o nullo”.
Inoltre, continua Pittoni, “centinaia di quesiti fra quelli somministrati sarebbero sbagliati, ambigui, mal posti, fuori programma o altro; in alcune sedi d’esame non si è provveduto alla sorveglianza dell’aula in cui si sono svolte le prove, che sarebbero quindi inficiate da scambi di informazioni fra i candidati e da richieste di aiuto a persone esterne per la risoluzione dei quiz”.
Altre anomalie
E ancora: “anomalie sarebbero state riscontrate per più di una classe di concorso fra i turni antimeridiani e quelli pomeridiani, con percentuali di promozione frequentemente superiori per i secondi (fino a quattro volte tanto)”.
Secondo Pittoni, sarebbe bene che l’amministrazione si attivasse, “al fine di preservare la credibilità delle istituzioni, in particolare di un dicastero importante come quello dell’Istruzione, fornendo i necessari chiarimenti e offrendo soluzioni che non possono limitarsi a semplici correttivi, di dubbia utilità, dello stesso meccanismo”.