Sull’efficienza del sistema informatico che ha prodotto i trasferimenti su ambiti, ormai siamo al muro contro muro.
Da una parte il Miur che difende a spada tratta il sistema e parla di errori marginali, dall’altro i sindacati che chiedono interventi radicali sul sistema perché gli errori sarebbero tantissimi.
L’ultimo sindacato ad esprimersi in questo senso è la Gilda degli insegnanti, che parla di “numerosissimi reclami che stanno arrivando agli Uffici territoriali del MIUR testimoniano il malfunzionamento dell’algoritmo della mobilità interprovinciale che il ministero si rifiuta ostinatamente di rendere pubblico”.
“Purtroppo, -a quanto dichiara Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Gilda degli Insegnanti- la soluzione proposta dall’Amministrazione non risulta efficace per correggere in tempo utile tutti gli errori generati dal sistema”.
Infatti, l’istituto della conciliazione è macchinoso e complesso e se a questo si aggiunge che gli Uffici territoriali provinciali non hanno ancora avuto indicazioni precise da parte del MIUR su come affrontare l’intera vicenda è facile prevedere tempi lunghi per la soluzione delle conciliazioni.
Nel frattempo, vista la tempistica della procedura della chiamata diretta, i Dirigenti scolastici stanno già assegnando alle scuole coloro che sono stati trasferiti nell’ambito, per cui le migliaia di docenti già vittime degli errori del sistema saranno collocati presumibilmente nelle sedi scolastiche più disagiate (quelle che rimarranno) con grave lesione del propri diritti, oltre al danno la beffa!
“Per questo motivo -afferma Rino Di Meglio- la Gilda degli Insegnanti chiede di sospendere l’iter della chiamata diretta e suggerisce all’Amministrazione di procedere, come fanno in genere tutte le amministrazioni pubbliche in caso di errori, con l’istituto dell’autotutela, che prevede: l’istanza dell’interessato, l’esame dell’Amministrazione e, qualora la richiesta fosse fondata, l’accoglimento per vie brevi”.
Questa procedura snellirebbe di molto il lavoro degli Uffici territoriali e permetterebbe ai malcapitati di partecipare alle procedure di assegnazione della sede scolastica al pari degli altri docenti.
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