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Esame di Stato 2020, buste e obbligatorietà Invalsi saranno eliminate

L’esame di Stato 2020 non verrà modificato ancora una volta nel suo impianto generale, ma due sembrano essere le certezze su cui il Ministro dell’Istruzione Fioramonti intende intervenire: l’eliminazione delle tanto criticate buste da sorteggiare al colloquio e quella dell’obbligatorietà delle prove Invalsi svolte durante l’ultimo anno di scuola secondaria vincolata all’ammissione all’esame di Stato.

Buste al colloquio saranno eliminate

Il caso delle buste sigillate dalla commissione di esami di Stato e del sorteggio delle tre buste per ogni candidato potrebbe essere soltanto un lontano ricordo che ha riguardato soltanto gli esami di Stato 2018/2019. Al Miur si sta lavorando per eliminare il meccanismo delle buste e del sorteggio di una busta su tre presentate ad ogni candidato.

In buona sostanza l’OM sugli esami di Stato 2019/2020 dovrebbe prevedere la cancellazione dell’art.19, comma 5, dell’OM 2015 dell’11 marzo 2019, in cui era scritto che la commissione d’esame dedica un’apposita sessione alla preparazione del colloquio. Al fine di garantire trasparenza e pari opportunità per tutti i candidati, la commissione predispone per ogni classe, in coerenza con il documento del consiglio di classe, un numero di buste, contenenti i materiali per analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi, pari al numero dei candidati, aumentato almeno di due unità, così da assicurare che anche l’ultimo candidato possa esercitare la scelta di una busta su tre disponibili.

L’intenzione, emersa anche dai tavoli tecnici degli ispettori del Miur, è quella di cancellare dal colloquio dell’esame di Stato le buste e il relativo sorteggio perché è stata un’esperienza negativa che ha prodotto solamente delle criticità ed ha vincolato il colloquio ad una ricerca del collegamento interdisciplinare a tutti i costi, perdendo di vista la specifica preparazione disciplinare dello studente.

Ammissione esami, test Invalsi non obbligatorio

È utile ricordare che il d.lgs. 62/2017 all’art.13, comma 2, precisa che l’ammissione all’esame di Stato 2019 è disposta, in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe, presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, se tra i requisiti c’è anche quello della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove predisposte dall’INVALSI, volte a verificare i livelli di apprendimento conseguiti nelle discipline oggetto di rilevazione di cui all’articolo 19.

Questa norma non è entrata in vigore per l’esame di Stato 2018/2019 perché Con il decreto legge n.91 del 25 luglio 2018, denominato decreto milleproroghe, all’art.6, comma 3-septies, è stata prorogata di un anno, dall’anno scolastico 2018/2019 all’anno scolastico 2019/2020, l’obbligo di partecipazione dello studente o studentessa, che frequenta la quinta classe della scuola secondaria di II grado, del test INVALSI ai fini dell’ammissione agli esami di Stato 2019. In buona sostanza il termine dell’entrata in vigore dell’articolo 13, comma 2, lettera b), e dell’articolo 14, comma 3, sesto periodo, limitatamente al sostenimento della prova a carattere nazionale predisposta dall’INVALSI, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, era stato differito dal 1° settembre 2018 al 1° settembre 2019. Per l’esame di Stato 2020 si dovrà intervenire o con un’ulteriore proroga che differisca il tutto al 1° settembre 2020, oppure con una modifica definitiva dell’impianto di legge che non renda vincolante la partecipazione al test Invalsi per l’ammissione agli esami di Stato 2019/2020.

Lucio Ficara

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