Egregio Ministro,
siamo un gruppo di docenti di scuola Secondaria Superiore, vogliamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per le notizie apparse in questi giorni che affermano che l’Esame di Stato dell’a.s. 2021/2022 probabilmente si svolgerà con le stesse modalità dello scorso anno. Pensiamo che sia un nostro dovere professionale e morale agire per scongiurare una simile possibilità per le seguenti ragioni.
E’ comprensibile che l’anno scorso gli studenti e alcuni docenti, giustamente spaventati dalla prospettiva di dover affrontare delle prove scritte dopo un lungo periodo di DAD, abbiano accolto con sollievo la loro sostituzione con una singola prova orale. Però non possiamo nascondere la verità: una simile scelta ha tolto all’esame stesso molti degli elementi di uniformità e oggettività che lo dovrebbero contraddistinguere. Abbiamo timore che se in futuro l’Esame di Stato italiano venisse ridotto a una prova orale, questo inevitabilmente abbasserebbe ancora di più il livello di preparazione degli studenti italiani rispetto alla media europea e rispetto al livello di competenze necessario per affrontare con successo il percorso universitario.
Abbiamo molto apprezzato l’impegno di questo governo di mettere la scuola al centro della nostra società e il lavoro svolto per un’efficace ripartenza della didattica in presenza. In questa ottica chiediamo la reintroduzione delle prove scritte nazionali all’Esame di Stato 2021-2022, magari opportunamente rimodulate, considerando che il percorso di preparazione degli alunni ha risentito in modo significativo del prolungato periodo di DAD. E’ nostra convinzione che un esame serio darà a noi docenti e ai nostri studenti una motivazione, una spinta per continuare a combattere e sarà un messaggio di fiducia nelle nostre e nelle loro capacità.
Fiduciosi nella Sua considerazione, inviamo distinti saluti.
Paola Maddalena Ivelina Julianova Bobtcheva
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