Si parla di Esame di Stato, o come si diceva tempo fa “di maturità”, quale atto finale di un percorso di studi.
Una tappa importante della vita che consente di proseguire gli studi all’Università o di cercare di entrare nel mondo del lavoro, pur riconoscendo che non è facile, visto il periodo di crisi economica aggravato dalla pandemia in corso. Sono, però, convinto che, prova e riprova e con capacità di adattamento, prima o poi il lavoro arriverà anche se non corrispondente al percorso di studi compiuti. Bisogna accontentarsi!
Approfondendo il discorso gli esami si sostengono tutti i giorni, anche se si fatica ad accorgersene. In tutti gli ambiti. Da quello familiare, della scuola e sociale dove si instaurano, e coltivano, le relazioni interpersonali.
Relazioni che possono essere più o meno durature, facili o meno facili. Dipende dal singolo ed in particolare dal suo senso di consapevolezza. Chi accetta le regole, le osserva e cerca, con la persuasione o con la determinazione, di farle rispettare agli altri non fa altro che il proprio dovere a beneficio di tutti gli appartenenti il gruppo.
Non è scontato che venga raggiunto l’obiettivo, ma intanto è un segno di responsabilità.
Così a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico che sarà particolarmente impegnativo con tutte le regole stabilite dai protocolli di sicurezza, è quanto mai necessario che ciascuno faccia la propria parte.
Il personale scolastico (dirigenti, insegnanti e collaboratori) hanno il loro carico di lavoro e di responsabilità, fino a rispondere civilmente e penalmente nel caso succeda qualcosa di grave. Vi è, infatti, la tendenza ad incolpare gli “altri”, come se fossero loro e sempre loro i responsabili.
E gli alunni? Saranno preparati a partecipare alla lezione “in presenza” in un modo mai sperimentato nel passato? Durante le ore di didattica saranno capaci di stare al proprio posto senza muoversi, se non per esigenze di forza maggiore? Si abitueranno a portare la mascherina quando richiesto, osservare le distanze ed igienizzarsi le mani?
Vedendo quanto successo nei mesi estivi con l’allentamento delle misure di prevenzione sorgono dei dubbi.
Ma tenendo conto l’imprevedibilità dei giovani, la loro capacità di adattamento e il senso di responsabilità che sanno dimostrare verrebbe da essere fiduciosi. Del resto l’hanno evidenziato nel periodo di lockdown.
Ragazzi, volete bene ai vostri educatori ricordando le enormi responsabilità che si assumono per la vostra formazione e nella vigilanza?
Ragazzi, riconoscete il grande lavoro svolto del personale non docente?
Ragazzi, ci tenete a vivere nella “comunità scuola”?
Ragazzi, avete a cuore i familiari, gli amici e i gruppi sociali cui appartenete?
Se questi sono i vostri legittimi desideri impegnatevi a far sì che si realizzino. E’ un sacrificio, ma ricordate la vita può dare soddisfazione. Esige, però, sacrificio giorno dopo giorno.
Quando riuscirete nell’intento potete dire: “Tutti i giorni ho affrontato il mio esame di responsabilità”.
Giovanni Todeschini
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