Aumentano di giorno in giorno le prese di posizione di comitati e gruppi di docenti che chiedono che la prova orale dell’esame di Stato conclusivo della scuola del secondo ciclo si svolga in forma telematica e non in presenza.
Più di 100 insegnanti del liceo Poerio di Foggia, per esempio, ci hanno inviato un documento con cui segnalano le numerose criticità legate agli esami in presenza, dalla compresenza in uno stesso ambiente scolastico di più persone, alla necessità per studenti e docenti di utilizzare mezzi pubblici di trasporto, fino all’obbligo di indossare mascherine durante il colloquio; senza dimenticare la necessità di una sanificazione periodica ed accurata degli spazi comuni, da effettuarsi all’inizio e alla fine della giornata ma anche tra un esame e quello successivo.
“I docenti italiani –ricordano anche i professori foggiani – sono i più anziani d’Europa: i 60enni e gli ultra 60enni, che si trovano in una fascia d’età a maggior rischio di contagio e di complicanze, quali garanzie avrebbero a tutela della propria salute?”
Poco meno di 200 insegnanti modenesi scrivono: “Alcuni di noi, nominati membri di commissione, sono già stati colpiti dal coronavirus (e ancora oggi ne risentono in termini di precarietà della salute), altri hanno parenti o amici ricoverati o deceduti, altri ancora sono soggetti a rischio (non dimentichiamoci che l’età media degli insegnanti delle scuole superiori è molto alta)”.
“Ad oggi – aggiungono – non ci sono indicazioni precise su come dovrebbe avvenire una eventuale sanificazione dei locali, ma supponiamo che ci saranno rischi reali anche per il personale Ata, che probabilmente sarà coinvolto nelle operazioni. Oltre a questo, non pensiamo che un esame in video-conferenza, senza mascherine e protezioni, sia meno dignitoso di un esame in presenza con mascherine e distanziamento fisico: anzi, pensiamo che in video-conferenza, senza dispositivi protettivi, sia gli insegnanti che gli studenti potrebbero sentirsi più a loro agio”.
Scuola Bene Comune, Partigiani Scuola Pubblica, Scuola & Politica e Federistruzione sono fermi nella loro richiesta: “L’esame di Stato non fa Pil e farlo in remoto fa anche risparmire lo Stato”.
E aggiungono: “Noi abbiamo elencato tutti gli accorgimenti, tra cui un tampone 5 giorni prima a tutti gli studenti (500.000) e a tutti i 13.000 commissari e a tutto il personale ATA e poi andrebbero testati tutti gli over 55 (nota INAIL), esonerati gli immunodepressi, mentre già è norma esonerare i beneficiari della 104/92”.
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