E’ sempre più urgente per tutti sapere come si dovranno svolgere gli esami di Stato, per questo si attende l’ordinanza ministeriale.
Lucia Azzolina vorrebbe l’esame in presenza in modo da garantire maggiore ufficialità e maggiore serietà.
Non mancano però prese di posizione di insegnanti, genitori e persino di medici che protestano e chiedono l’esame a distanza
Se ci si può perfino laureare via skype – dicono molti – perché mai non si potrebbe fare lo stesso per l’esame di Stato?
La maggioranza di Governo è d’accordo con la Ministra, da Gabriele Toccafondi di Italia Viva fino a Valeria Fedeli e a Camilla Sgambato del PD.
Ma proprio in queste ore, nel corso di una conferenza stampa, le organizzazioni sindacali hanno ribadito che per fare l’esame in presenza ci vuole un protocollo per la sicurezza molto preciso, richiesta che, peraltro, è sostenuta anche dalla Associazione nazionale presidi.
Molto complicata è poi la vicenda del rientro a scuola a settembre; Azzolina ha parlato di metà alunni in classe e metà a casa con lezione a distanza e le reazioni sono state pesanti e immediate, proprio da parte della stessa maggioranza.
A calmare le acque è intervenuto il professor Patrizio Bianchi, presidente del gruppo di esperti nominati dalla Ministra, che ha ricordato che il tema fondamentale è quello della numerosità delle classi.
Domenica sera, però, Lucia Azzolina tanto ha precisato che si tratta per ora solo di una proposta.
I problemi maggiori, per la Minsitra, arrivano però dal fronte parlamentare e dalla questione del reclutamento dei docenti.
PD, Leu e Italia Viva chiedono un concorso per soli titoli, ipotesi sulla quale la Ministra è contraria.
In settimana la Commissione Cultura del Senato esaminerà la questione e Lucia Azzolina dovrà tenere conto dell’esito del dibattito. Forse però in aiuto della Ministra potrebbe arrivare la Ragioneria Generale dello Stato che – per motivi di spesa – non sembrerebbe molto favorevole all’ipotesi di concorsi per soli titoli.
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