Quando – sull’onda del ’68 – l’esame di (im)maturità fu riformato scomparvero i voti delle singole materie e apparvero i sessantesimi, sostituiti poi dai centesimi.
A mio giudizio questa votazione finale unica non dà però un’idea precisa del rendimento degli studenti nelle singole materie. Il che può essere fuorviante soprattutto per quei corsi di studio mirati all’ingresso immediato nel mondo del lavoro, leggasi: i tecnici e i professionali.
Esempio: lo studente X ha frequentato l’ITIS e adesso è a un colloquio di eventuale assunzione. In base al punteggio riportato il selezionatore non può capire se il candidato conosce bene le materie d’indirizzo (matematica, fisica, informatica, inglese) necessarie per ottenere il posto. E questo sia se il voto è alto, sia se è basso sia se è medio, perché esso può essere stato alzato/abbassato dalla positiva riuscita in materie (italiano, storia, geografia) rispettabilissime ma non utili per il lavoro che sarà chiamato a svolgere.
Ecco perché io reintrodurrei la votazione materia per materia: è molto più chiara di quella cumulativa.
Daniele Orla
Dalle ore 12 del 14 novembre, e fino al 13 dicembre saranno aperte le funzioni per la…
Stefano De Martino, 35 anni, conduttore del programma di Rai1 "Affari tuoi", sta vivendo uno…
Con decreto 231 del 15 novembre 2024 sono stati stanziati 267 milioni di euro, per…
Quante volte gli studenti insieme a docenti e genitori si trovano ad affrontare il momento…
Una storia particolare quella di un docente di 32 anni che, per insegnare, si è…
Con un parere ampio e accurato il CSPI interviene sullo schema di ordinanza ministeriale che…