A giugno, in concomitanza con gli esami di stato, torna spesso la proposta di eliminare tali esami, ritenuti da molti una perdita di tempo se non addirittura una pratica nociva.
Sono soprattutto di esami di terza media ad essere considerati non significativi e del tutto superflui.
Il fatto è che eliminare gli esami di stato non è affatto una operazione semplice sotto il profilo normativo in considerazione di quanto è espressamente previsto dall’articolo 33 della Costituzione: “E’ prescritto un esame di Stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale”.
Questo significa che per eliminare l’esame di Stato sarebbe necessario modificare l’articolo 33 della Costituzione.
Potrebbe esserci anche un’altra strada, analoga a quella che era stata seguita nel 2003 dal ministro Moratti che eliminò l’esame di stato di quinta elementare conclusivo del grado di istruzione primaria istituendo un unico ciclo dal primo anno di primaria fino al terzo anno della secondaria di primo grado.
Per eliminare l’esame di terza media senza modificare la Costituzione sarebbe quindi necessario istituire un unico ciclo scolastico dall’inizio della primaria fino al termine della secondaria di secondo grado o almeno fino al secondo anno delle superiori (ma in tal caso dovrebbe restare un esame di Stato dopo il biennio, ipotesi che sarebbe possibile ma a condizione di rivedere completamente l’architettura del sistema scolastico).
Nulla da fare invece per il cosiddetto “esame di maturità” che potrebbe essere eliminato solo cambiando la Costituzione.
Sbaglia dunque chi pensa che basterebbe un decreto ministeriale per cancellare l’esame di terza media, sulla cui validità si può certamente discutere a lungo.
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