Su 15mila candidati esterni agli esami di stato, sembra che la metà avrebbe versato soldi per sostenere gli esami, mentre 2 su 5 avrebbe pagato contributi ulteriori, rispetto alla normale tassa d’esame, superiori ai 400 euro.
Le scuole del sud, riportano le agenzie, quelle più esose, dove in alcuni casi i ragazzi hanno dovuto sborsare persino 300 euro per potersi diplomare.
Se tuttavia il contributo da parte dei candidati esterni è previsto in funzione solo di pratiche di laboratorio particolari, non disponibili dalla scuola che quindi deve fornirsi altrove, sembra tuttavia che nessuno dei privatisti abbia fatto richiesta di particolari strumenti .
{loadposition bonus}
“La misura del contributo, pur nel rispetto delle autonome determinazioni e attribuzioni delle istituzioni scolastiche sia statali che paritarie, deve, comunque, essere stabilita con riferimento ai costi effettivamente sostenuti per le predette prove di laboratorio”.
Il punto, sottolineano le agenzie, sta nel fatto che quasi tutti i privatisti non hanno richiesto lo svolgimento di alcuna pratica di laboratorio particolare, per cui i versamenti eccedenti dovrebbero essere restituiti, cosa che invece regolarmente non sarebbe avvenuta.
E a quanto ammonterebbero queste entrate? Laddove si è pagato, nel 40% dei casi si tratta di cifre superiori ai 400 euro, ma un ulteriore 20% denuncia richieste comprese i 100 ai 300 euro mentre infine l’ 8% tra si è attestato tra i 300 e i 400 euro.