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Esame I ciclo: tendenze confermate

A poco più di un mese e mezzo di distanza dalla data del 18 giugno, quando nelle scuole secondarie di primo grado si era svolta la prova nazionale di lingua italiana e di matematica, l’Invalsi pubblica un primo rapporto sugli esiti della rilevazione.
In realtà il rapporto è stato redatto utilizzando un campione statisticamente rappresentativo delle 6mila scuole e dei 560mila studenti che hanno preso parte alle prove.
Il campione è formato dalle 1300 scuole che negli stessi giorni dell’esame avevano trasmesso i dati all’Invalsi per via telematica.
I dati confermano linee di tendenza ormai note: in generale gli allievi del Centro-nord conseguono risultati significativamente più elevati rispetto a quelli del Sud.
Nella prova di italiano, articolata a sua volta in tre sezioni (grammatica, comprensione di un testo narrativo e comprensione di un testo espositivo) le ragazze conseguono risultati più elevati di quelli dei ragazzi nelle regioni centro-settentrionali del Paese, mentre questa differenza non è statisticamente rilevante per il Sud.
Inoltre i ragazzi del Nord, a differenza dei loro coetanei delle altre regioni italiane, ottengono punteggi in matematica decisamente più elevati di quelli delle ragazze.
E poi c’è il dato, significativo e preoccupante al tempo stesso, degli studenti in ritardo di almeno un anno nel percorso scolastico: i loro punteggi sono largamente e sistematicamente peggiori di quelli degli allievi “in regola” (mediamente gli alunni in ritardo ottengono punteggi inferiori di almeno 12 punti percentuali nella prova di italiano e di 9 punti in quella di matematica).
Altro dato interessante riguarda gli studenti immigrati: mentre al nord i loro risultati sono ampiamente inferiori a quelli dei loro compagni sia in lingua sia in matematica, al sud il divario è molto meno accentuato soprattutto in matematica.
Per quanto riguarda poi i contenuti disciplinari colpisce un dato: in lingua italiana i risultati sono buoni in grammatica, ma decisamente più bassi nelle due prove di comprensione; anche in matematica si notano differenze significative: l’Invalsi parla di esiti “in genere molto buoni per i contenuti relativi ai numeri naturali, frazioni e decimali, numeri interi, rapporti, proporzioni, percentuali”, mentre per le altre aree (per esempio “relazioni e funzioni”) i risultati sono meno soddisfacenti.
Ultimo dato, scontato ma non per questo comprensibile: “dal campione – sostengono i ricercatori dell’Invalsi – emergono, in maniera evidente, dei segnali che indicano comportamenti opportunistici in alcune scuole”.
“Questo fenomeno – aggiungono i ricercatori – ha richiesto una procedura di correzione dei dati (editing statistico) per eliminare l’effetto distorsivo prodotto dai suddetti comportamenti anomali”.

Reginaldo Palermo

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