Quest’anno mia figlia ha sostenuto l’esame di maturità al Liceo Classico Mamiani, una nota scuola della capitale. L’uso del cellulare durante le prime due prove scritte e la scarsa professionalità del commissario interno di greco hanno contribuito ad annullare il precedente percorso scolastico di molti alunni della sua classe. Studenti scaltri, ammessi all’esame con una media appena sufficiente e promossi sempre con debito nelle materie d’indirizzo, che durante le prove hanno copiato il tema e la traduzione dal cellulare hanno ottenuto un punteggio finale superiore a chi è sempre stato diligente, ha lavorato fino in fondo contando solo sulle proprie forze. Mi chiedo se non sia ora che il MIUR si ponga innanzitutto seriamente il problema dell’uso non pertinente delle tecnologie (anche da parte dei docenti stessi che dopo pochi minuti mettono in rete le prove) e che provveda ad esigere di schermare le scuole durante gli esami. In second’ordine al Ministero dovrebbero ragi onare su proposte di modifica dell’esame che così come si svolge ora è troppo affidato al caso, alla soggettività dei commissari e alla capacità di far colpo all’ultimo momento senza costruire un percorso serio, documentato, oggettivamente verificabile
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