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Esami di riparazione o recupero dei debiti? Il dibattito continua

Mentre il Ministro continua ripetere che il decreto ministeriale n. 80 non ha nulla a che vedere con la reintroduzione degli esami di riparazione, all’interno delle associazioni e dei sindacati il dibattito prosegue e non certamente in modo univoco e monocorde.
Francesco Scrima, segretario nazionale di Cisl Scuola, sostiene apertamente la posizione ministeriale affermando che  “il decreto, contrariamente a quanto sommariamente mediato attraverso i titoli di stampa, non ripristina le caratteristiche dell’esame di riparazione di vecchia memoria” e coglie anche l’occasione per prendere le distanze dalle manifestazioni studentesche dei giorni scorsi: “gli studenti, come hanno fatto in tante altre circostanze, fanno bene a rivendicare anche in questo caso gli interventi rivolti al miglioramento del sistema scolastico e dei servizi che lo articolano (corsi di recupero, biblioteche, trasporti, mense, libri di testo, ecc.); sbagliano a rivendicare una scuola “facile” che non chieda loro di saldare i “debiti” e di studiare con serietà ed impegno”.
Di tutt’altro avviso sono invece i dirigenti scolastici che aderiscono alla Cgil-Flc: il provvedimento, scrivono in documento diramato in questi giorni, “rilancia di fatto gli esami di riparazione” ed è “una misura solo in apparenza di rigore e serietà”.
Il sindacato di Enrico Panini esprime un giudizio pesante sul decreto: “è facile prevedere che, come tutte le misure piuttosto improvvisate, nate dalla necessità di rispondere a problemi senz’altro reali e preoccupanti, ma disattenti ai tempi della scuola e delle esigenze formative dei giovani, farà miseramente naufragio dopo le prime applicazioni”.
“L’effetto – prevedono i dirigenti scolastici della Flc – sarà un più che probabile aumento della selezione e manifesterà anche se non voluto il suo aspetto di classe”.
Per il Cidi, parlare di reintroduzione degli esami di riparazione è  solamente una “semplificazione  giornalistica” e sottolinea una questione che per ora è stata solo sfiorata dal dibattito: “andrebbe rivista – sostiene l’Associazione presieduta da Sofia Toselli – la possibilità assegnata ai genitori di far frequentare o meno ai propri figli le attività di recupero organizzate dalla scuola durante l’anno, se è vero, come afferma l’art. 1 del decreto, che le attività di sostegno e recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa”. 
In realtà di “reintroduzione degli esami di riparazione” parla anche un ordine del giorno approvato qualche giorno fa dal Senato e fatto proprio dal Governo per bocca della stessa vice-ministro Mariangela Bastico, ordine del giorno con il quale si chiede al Ministro di andare in aula per fornire le spiegazioni del caso. 

 

Reginaldo Palermo

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