Si avvicinano a grandi passi gli esami di Stato e, per quanto possano sembrare per molti, specialmente per coloro che sono al di fuori del mondo della scuola, un rituale inevitabile da dover attraversare per giungere al diploma, in realtà essi continuano a suscitare ansia presso gli studenti, dibattiti, opinioni contrastanti e perplessità presso le famiglie e nella società.
Ogni anno, immancabilmente, si sta in attesa dell’ordinanza ministeriale che servirà da guida ai consigli di classe e alle commissioni d’esame e poi, una volta che essa è stata pubblicata, si commenta con rinnovata partecipazione e attenzione, perché coinvolge i nostri studenti e tocca il lavoro svolto laboriosamente dai docenti nell’arco di cinque lunghi anni scolastici. Anche quest’anno è così.
E’ stato previsto dalla legge 107/2015 e confermato dal decreto legislativo 62/2017, come documento da allegare al diploma di scuola secondaria di secondo grado, per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, ma fino a oggi era rimasto solo sulla carta.
Dall’anno scolastico in corso, 2020-2021, il curriculum contribuirà a dare informazioni alla commissione d’esame durante la conduzione del colloquio e accompagnerà il diploma di ogni studente.
Il curriculum, compilato su piattaforma informatica, è articolato in tre parti: la prima parte riguarda l’istruzione e la formazione, quindi il profilo scolastico dello studente; la seconda parte riporta le certificazioni rilasciate da un ente certificatore riconosciuto dal Ministero; la terza parte illustra le attività effettuate dallo studente al di fuori della scuola, culturali, artistiche, sportive, musicali, di volontariato nonché le competenze, conoscenze e abilità acquisite tramite esse.
Dall’anno scolastico in corso, e per la durata di un triennio, ha avuto inizio la sperimentazione dell’insegnamento trasversale di Educazione Civica, che, come precisano le Linee Guida, allegate alla legge 92/2019, non è una ulteriore disciplina da aggiungere a quelle curriculari, anche in ragione della pluralità degli obiettivi di apprendimento e delle competenze attese, non ascrivibili a una singola disciplina e neppure esclusivamente disciplinari, e perché i nuclei tematici dell’insegnamento sono già impliciti negli epistemi delle discipline.
Il Documento elaborato dal consiglio di classe entro il 15 maggio dovrà, quindi, riportare, relativamente alle discipline coinvolte, i risultati di apprendimento oggetto di valutazione specifica per l’insegnamento trasversale di Educazione Civica e il candidato, nel corso del colloquio, dovrà dimostrare di aver maturato le competenze e le conoscenze previste dalle attività di Educazione Civica, come enucleate all’interno delle singole discipline coinvolte.
Entro il 30 aprile il consiglio di classe dovrà assegnare a ciascun candidato una tematica in riferimento alle indicazioni dei docenti delle discipline caratterizzanti e al suo percorso personale. In particolare l’elaborato, oltre a riguardare le discipline caratterizzanti, sarà arricchito degli apporti di altre discipline o di competenze individuate nel curriculum del candidato e delle esperienze effettuate con i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento effettuate durante il suo percorso di studi.
Nel caso in cui non fosse possibile racchiudere queste esperienze nell’elaborato, il candidato potrà illustrarle in altro momento del colloquio.
L’elaborato di ciascun candidato dovrà essere restituito ai docenti entro il 31 maggio e sarà oggetto di discussione nel colloquio d’esame.
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