Anche per l’esame di Stato 2022-2023, il requisito delle ore di svolgimento del PCTO non verrà calcolato ai fini dell’ammissione all’esame come era previsto dall’art.13, comma 2, lettera c) del d.lgs.62/2017. A decidere la proroga della non applicazione del requisito del PCTO per l’ammissione all’esame di “maturità” 2023 è il cosiddetto Milleproroghe. Tornerebbe, stando alla bozza del Milleproroghe, la prova Invalsi come requisito per l’ammissione all’esame.
Nel comma 11 dell’art.5, dedicato alle proroghe in materia di istruzione e merito, è scritto: “Ai fini dell’ammissione agli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione, la previsione di cui all’articolo 1, comma 6, del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, limitatamente agli articoli 13, comma 2,
lettera c) e 14, comma 3, ultimo periodo in relazione alle attività assimilabili all’alternanza scuola-lavoro, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, è prorogata all’anno scolastico 2022/2023. Le esperienze maturate nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento
possono costituire comunque parte del colloquio di cui all’articolo 17, comma 9, del decreto legislativo n. 62 del 2017″.
Questa norma, se verrà confermata nel teto definitivo, significa che per la maturità 2023, il PCTO non sarà requisito per l’Ammissione all’esame, ma sarà comunque parte integrante della prova di colloquio.
Nel milleproroghe 2023 la prova Invalsi non viene citata, quindi questo significherebbe che i test Invalsi svolti durante l’anno nelle classi terminali il II ciclo di studi, saranno requisito di ammissione agli esami come previsto dall’art.13, comma 2, lettera b) del d.lgs. 62/2017. Quindi le prove Invalsi di italiano, matematica e inglese, saranno, molto probabilmente, requisito essenziale per l’ammissione all’esame di maturità 2023.
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