Di Norberto Bobbio sappiamo che studiò prima al Ginnasio e poi al Liceo classico Massimo D’Azeglio dove conoscerà Leone Ginzburg, Vittorio Foa e Cesare Pavese, poi divenute figure di primo piano della cultura dell’Italia repubblicana. Dal 1928, come molti giovani dell’epoca, fu infine iscritto al Partito Nazionale Fascista. Nel 1979 fu nominato professore emerito dell’Università di Torino e nel 1984, ai sensi del secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione italiana, avendo «illustrato la Patria per altissimi meriti» in campo sociale e scientifico, fu nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. In quanto membro del Senato si iscrisse prima come indipendente nel gruppo socialista, poi dal 1991 al gruppo misto ed infine dal 1996 al gruppo parlamentare del Partito Democratico della Sinistra, poi divenuto dei Democratici di sinistra.
Di Salvator Dalì si potrebbe scrivere che, per quanto riguarda il mondo della scienza, rimase affascinato dal cambiamento dei modelli di riferimento che nel corso del XX secolo accompagnarono la nascita della meccanica quantistica e nel 1958, ispirato dal Principio di indeterminazione di Heisenberg, scrisse il suo Manifesto Antimaterico. E qui si legge: “Durante il periodo surrealista volevo creare l’iconografia del mondo interiore e del mondo del meraviglioso concepiti da mio padre Freud. Oggi, invece, il mondo esteriore e quello della fisica hanno superato quello della psicologia. oggi mio padre è il Dottor Heisenberg.
Infine del filosofo Fichte si potrebbe ricordare che nel 1799 scoppiò la cosiddetta «polemica sull’ateismo» (Atheismusstreit). Nel 1798 Fichte aveva pubblicato sul Giornale filosofico un articolo intitolato Sul fondamento della nostra credenza nel governo divino del mondo: in esso veniva sostenuta la tesi per la quale Dio coincideva con l’ordine morale del mondo, apparendo soltanto come un “dover essere”. Nello stesso articolo, inoltre, il direttore del giornale Forberg, suo discepolo, aggiungeva che era possibile non credere in Dio pur essendo religiosi, purché si credesse nel suddetto ordine morale.