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Esami di stato e bonus: presidi e università sollevano dubbi

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Il bonus è spendibile per l’ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso ma è scattato subito un problema: non dovunque lo stesso voto di maturità darà al ragazzo lo stesso bonus.
Infatti il decreto ministeriale dello scorso 24 aprile (art. 10 l. b) stabilisce che i punti verranno “attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12”. In altri termini il bonus non corrisponderà direttamente al voto effettivamente ottenuto, ma sarà rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dai candidati nell’anno precedente e saranno pure calcolati scuola per scuola, provocando così inevitabilmente delle differenze sia tra città diverse e sia pure tra istituti diversi della stessa città.
È successo allora che, ai mugugni degli studenti, si sono aggiunti quelli di molti presidi che denunciano il rischio di penalizzare il merito e gli istituti scolastici che lo scorso anno hanno avuto i risultati migliori, insieme all’indebolimento dello stesso futuro degli studenti, condizionandone l’accesso alle facoltà a numero chiuso. Lo stesso Anp dice che “l’istituzione dei bonus rappresenta un’idea in sè positiva, che fa sì che ci sia maggior raccordo tra la carriera scolastica e la selezione per la frequenza dei corsi universitari a numero chiuso. Probabilmente però il rapporto bonus-punteggio test è sottosproporzionato, nel senso di sottovalutato, mentre per i criteri su cui si fonda l’assegnazione dei punti dobbiamo riconoscere e ammettere che in Italia esiste una realtà scolastica molto frammentata. Dobbiamo decidere se seguire la strada della ‘sint-eguaglianza’ o della taratura del bonus al tipo di scuola dove esso è maturato”.
Una ”pausa di riflessione, perchè un’innovazione importante e positiva come le norme per l’ammissione alle facoltà a numero chiuso non venga travolta dai ricorsi giudiziari, con paralisi e vittoria dei soliti furbi che profittano dei buchi di sistema per umiliare il merito”, la chiede invece Luigi Frati, Rettore Sapienza-Università di Roma.
Spiega il Rettore Frati: ”La ponderazione del voto di maturità è un’innovazione positiva importante, in linea con quanto avviene in tutti i Paesi occidentali: è stato però rilevato che la ponderazione scelta può avere effetti paradossali, perchè lo stesso voto conseguito in un Liceo piuttosto che in un altro può dare punteggi diversi in relazione al caso: la severità o meno di una Commissione di maturità. Si poteva pensare di ponderare voto di maturità e voti in alcune discipline coerenti con la Laurea prescelta con il risultato nei singoli settori del quiz di ammissione.
L’anticipo delle prove, in assenza di adeguata informazione, ha fatto sì che vi sia una insufficienza di domande (ad Architettura in tutta Italia molto meno dei posti programmati).
Le graduatorie nazionali, astrattamente giuste, si scontrano con un diritto allo studio del tutto carente, cosicchè la selezione rischia di essere per censo e non per merito: il figlio di una famiglia abbiente può scegliere in tutta Italia, il figlio di un cassa-integrato è davvero nelle condizioni di potersi mantenere economicamente ovunque destinato?”.
”Il Ministro Carrozza si è dimostrata giustamente sensibile a queste difficoltà – conclude Frati – vi sia dunque il coraggio di una pausa di riflessione, perchè un’innovazione importante e positiva non venga travolta dai ricorsi giudiziari, con paralisi e vittoria dei soliti furbi che profittano dei buchi di sistema per umiliare il merito”.