In diverse regioni le direzioni del Ministero stanno faticando a formare le commissioni degli esami di Stato perché non si trovano i presidente.
In Piemonte e in Veneto, per esempio, gli USR continuano a scrivere alle scuole appellandosi al senso di responsabilità e di sacrificio di tutto il personale.
Il fatto è che i compensi sono modesti e le norme più recenti sulle missioni dei dipendenti statali impediscono anche di rimborsare le spese dell’uso del mezzo proprio.
A conti fatti il “gettone” che si riceve per fare il presidente basta appena a coprire le spese vive.
I problemi sono molteplici: e cosa succederà se un commissario interno o un presidente dovesse ammalarsi dopo l’avvio della procedura? Come si farà a sostituirlo?
E, soprattutto, come faranno i docenti che risiedono in una regione diversa da quella in cui prestano servizio a garantire la propria presenza nella sede?
C’è poi la questione dell’esame dei privatisti previsto per il mese di settembre, in concomitanza con l’avvio del nuovo anno scolastico.
Molti docenti, poi, saranno impegnati anche per buona parte del mese di luglio e per loro sarà più complicato fruire delle ferie
Problemi analoghi si presenteranno per le commissioni dei concorsi che prevedono anche responsabilità maggiori a fronte di compensi fermi da parecchi anni.
E così esami di Stato e concorsi potrebbero naufragare per un motivo banale: mancano esaminatori, commissari e presidenti.
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