Secondo quanto riporta il quotidiano La Sicilia del 3 luglio, ad Acireale alcune famiglie stanno chiedendo l’accesso agli atti presso il Liceo Gulli e Pennisi, uno dei più antichi e prestigiosi della città, perché non avrebbero accettato il voto conclusivo agli esami, rispetto alla media che avevano ottenuto i loro figli nel corso degli anni. La Sicilia dice infatti che si tratta, in alcuni casi, di un abbassamento fino a 10-15 centesimi in meno: una enormità in effetti.
Secondo quanto è riportato, la causa di questa drastica riduzione di punteggio viene attribuita al presidente della commissione, che non avrebbe tenuto conto del percorso scolastico dei ragazzi, né delle difficoltà legate alla didattica a distanza, né del contesto stesso della prova.
In altre parole, durante quell’ora di colloquio, si sarebbe consumata, a loro danno, tutta la carriera scolastica dei ragazzi, la cui effettiva preparazione non solo non è stato possibile verificare per la mancanza degli scritti, ma anche da quello che poteva sorgere da un colloquio non condizionato né da mascherine, né da distanze e rime buccale, né da una effettiva ma mancante partecipazione in presenza alle lezioni.
E che le commissioni dovevano tenere conto soprattutto dell’intero percorso scolastico, lo aveva financo raccomandato la ministra che ha, qualunque cosa si possa dire, il polso esatto della situazione in tutta Italia.
Dice infatti la vicepreside del Gulli e Pennisi al giornale: “Stiamo ricevendo pec di richiesta di accesso agli atti da parte die genitori che vogliono sapere quali sono state le motivazioni che hanno indotto i presidenti di Commissione ad abbassare la media. Capisco il loro malessere perché conosco i ragazzi e mi sento di dare un parere dal punto di vista sociologico. I ragazzi con la dad si sono disorientati, hanno perso il metodo di studio che non può essere sostituito dal collegamento online”.
La vicedirigente aggiunge che i ragazzi sono stati lasciati a se stessi, con tutte le difficoltà conseguenti alla varie piattaforme e alla assenza spesso di collegamenti, a cui si è aggiunta la dichiarazione della ministra: saranno tutti promossi, che ha creato forse troppe attese.
Tuttavia la vicepreside ha voluto puntualizzare: “ Alcuni presidenti hanno avuto la capacità di contestualizzarsi con gli esaminandi, altri invece hanno messo in discussione persino le nostre valutazioni nei confronti dello studente”.
Ed è proprio questo aspetto che fa più male (qualora i fatti venissero accertati), non solo ai ragazzi, ma anche all’intera comunità scolastica, perché ciò dimostra che la futura carriera dell’alunno sotto esame dipende dalla fortuna, non dallo studio o dall’impegno. Perché è possibile, e le parole della vicepreside lo sottolineano, che il presidente della commissione di un altro liceo abbia potuto agire al contrario, alzando i centesimi di voto anche immeritatamente, ma nella convinzione che quei ragazzi lo meritassero.
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