Nella serata di ieri, 27 dicembre, è stata approvata alla Camera la Legge di Bilancio, che ora passa al Senato per l’approvazione definitiva.
Per quanto riguarda l’Istruzione, sono stati stanziati oltre 3,7 miliardi di cui 2,2 per finanziare la spesa corrente e più di 1,5 per gli investimenti.
Mancano ancora diversi mesi all’avvio degli esami, ma il Governo si porta avanti e nella Legge di Bilancio stanzia 30 milioni di euro da destinare alle scuole statali e paritarie per garantire il corretto svolgimento degli Esami di Stato per l’anno scolastico 2020/2021 secondo gli standard di sicurezza sanitaria previsti. Questo perché con molta probabilità a giugno non ci saremo ancora lasciati alle spalle il Coronavirus.
È inoltre prevista la possibilità per il Ministro dell’Istruzione di adottare ordinanze con specifiche misure per la valutazione degli apprendimenti e lo svolgimento dei relativi Esami di Stato.
Questo passaggio ha creato, nei giorni scorsi, particolare “scalpore”. In proposito, le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura hanno spiegato la misura.
“L’emendamento alla manovra a prima firma Alessandra Carbonaro – dicono i deputati pentastellati – non fa altro che dare la possibilità al ministero dell’Istruzione, qualora la situazione sanitaria lo richiedesse, di calibrare eventuali modifiche agli esami del primo e secondo ciclo di istruzione, stanziando inoltre le risorse per garantire tutte le misure di sicurezza a studenti e docenti, così come è stato fatto per gli esami dell’anno scorso. È chiaro”, sottolineano i portavoce, “che ci auguriamo tutti, anche alla luce della stagione di campagna vaccinale che sta per aprirsi, che non ci sia bisogno in futuro di modificare le prove d’esame, ma non possiamo permetterci di dare nulla per scontato dopo i mesi drammatici che abbiamo passato e che hanno pesato gravemente sul sistema di istruzione”.
“Se sarà necessario, dunque, la ministra Azzolina potrà intervenire organizzando diversamente le prove d’esame, come sempre dopo il consono passaggio con il CSPI e, siamo certi, ne riferirà in Parlamento. Se non sarà necessario, come auspichiamo fortemente, le risorse stanziate rimarranno a disposizione del ministero che le investirà sulla scuola”.
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