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Esami di Stato: la prima prova scritta

Ieri mattina i candidati si sono visti consegnare ben otto cartelle contenenti testi di varia natura. Una scelta molto ampia di temi tradizionali, saggi brevi o articoli di giornale, e analisi di un testo poetico, suddivise in quattro “tipologie”. La tipologia A riportava integralmente la poesia “I fiumi” (1916) di Giuseppe Ungaretti, insieme ad una breve nota biografica dell’autore e alle indicazioni per l’analisi del testo. La “B”, invece, suddivisa in quattro ambiti “artistico/letterario”, “socio/economico”, “storico/politico”, “tecnico/scientifico” proponeva ai candidati di elaborare sotto forma di saggio breve o di articolo di giornale i vari documenti forniti, fra i quali erano presenti anche un’immagine tratta dal film “Il dittatore” di Charlie Chaplin, una tabella di dati economici, oltre a numerose citazioni di intellettuali e artisti. Le tipologie “C” e la “D” rappresentavano, infine, i tradizionali temi di attualità (sull’impegno civile e il volontariato) e storico (il primo dopoguerra e i regimi totalitari).
Le nuove tipologie di scrittura del saggio breve e dell’articolo di giornale sembra abbiano ottenuto un discreto “indice di gradimento” da parte dei candidati. Da un sondaggio effettuato dal Ministero della Pubblica Istruzione nelle città campione di Torino, Cremona, Brescia, Trieste, Latina, Pescara, Napoli, Taranto, Lecce e Messina pare che il tema tradizionale sul volontariato sia stato il primo in ordine di preferenza, seguito, appunto dal  saggio breve o articolo giornalistico. Al secondo posto, l’analisi della poesia di Ungaretti e per ultimo, come è sempre avvenuto nel passato, il tema di argomento storico.
In particolare, dai dati provvisori forniti dal Ministero, emerge che (non considerando gli istituti tecnici, professionali e d’arte dove circa il 90% dei candidati ha scelto il tema di attualità) il 40% ha optato per il saggio breve o l’articolo giornalistico; il 31% ha scelto il tema di attualità sul volontariato; il 24% l’analisi del testo poetico; e solo 5% il tema storico.

Per esaminare i 477.000 candidati sono state costituite 23.273 commissioni, per un totale di circa 120 mila professori. Secondo il Ministero quest’anno non si è ripetuto l’ormai cronico fenomeno delle “diserzioni” in massa dei commissari, perché solo il 9.4 per cento dei docenti nominati ha rinunciato, a fronte del 36.9% dello scorso anno. Tali dati, però si scontrano con la realtà di molte Regioni dove le defezioni dei commissari si attestano intorno al 20/22 per cento. In Sicilia, ad esempio (sono i primi dati ufficiali che ci sono pervenuti dalla Sovrintendenza scolastica) la media delle assenze supera il 20% con punte del 35% ad Agrigento e del 40% a Messina.

Agostino Aquilina

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