Quelli del 2020 sono gli esami di Stato dell’emergenza. Il caso precedente risale a più di 70 anni fa, ma all’epoca l’Italia era in guerra, le situazioni, quindi, non sono paragonabili.
Il 15 giugno sono in programma le riunioni plenarie delle commissioni d’esame; le prove iniziano il giorno 17.
Questi i numeri: 470mila studenti, poco meno di 230mila nei licei, 145mila circa nei tecnici, 95mila nei professionali.
Il problema della sicurezza è al centro di tutto: i dirigenti scolastici sono al lavoro da giorni e possono contare sui 40 milioni di euro stanziati dal Decreto Rilancio.
Tutti coloro che entreranno negli edifici scolastici nei giorni degli esami dovranno dichiarare il proprio stato di salute.
Un caso particolare è quello della Campania dove, per iniziativa della Regione, il 60% dei commissari d’esame si è sottoposto ad uno screening, nessuno di loro è risultato positivo.
Le commissioni (13mila in tutto per un totale di circa 100mila commissari) sono composte da docenti interni, il presidente è esterno.
In molti casi ci sono state difficoltà per reperire i presidenti; si vedrà proprioil 15 giugno se tutto potrà procedere con regolarità.
La commissione procederà ad estrarre la classe e la lettera da cui dare avvio agli esami. I colloqui saranno non più di 5 per giornata.
La prova sarà valutata con un massimo di 40 punti che si sommeranno ai crediti dell’ultimo triennio.
Per superare l’esame lo studente deve arrivare ad almeno a 60 punti. Con un credito ridotto si rischia di non farcela. In altre parole non c’è la promozione garantita.
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