La notizia, già divulgata nel mese di settembre, del decreto Fioroni presentato alla Camera in merito ai nuovi esami di stato a conclusione del primo ciclo di istruzione è passata inosservata tra gli operatori scolastici.
Adesso che è arrivata la circolare n. 32 del 14 marzo 2008 che regolamenta lo svolgimento dei nuovi esami non più di “licenza media”, bensì “esami di stato” con l’introduzione del giudizio di ammissione ed una quarta prova nazionale, si sono originati tra i docenti allarmismi e perplessità circa l’opportunità, la funzionalità, l’efficacia di una “ prova sperimentale” che arriva quasi al termine dell’anno scolastico e alla vigilia degli esami.
Già lo sorso anno ci si rendeva conto che il termine “esami di stato” era solo formale, non avendo apportato alcuna modifica allo svolgimento delle prove, se non quel documento di certificazione di competenze che risultava solo scritto, non essendo supportato da un adeguato percorso formativo di preparazione e di azione didattica.
Adesso le cose si fanno più chiare e la quarte prova nazionale si svolgerà il 17 giugno. In Sicilia tale data è a ridosso delle elezioni comunali e provinciali e provoca qualche disagio organizzativo in alcune scuole sede di seggio elettorale.
La prova nazionale che arriverà dal Ministero in busta sigillata prevede lo svolgimento sotto forma di test oggettivi e semistrutturati di due esercizi di comprensione del testo e di conoscenze grammaticali della lingua italiana , mentre il test di matematica prevede 20/22 quesiti a scelta multipla o risposta aperta sui numeri, geometria, relazioni, funzioni,misure, dati e previsioni , il tutto da svolgere in due ore.
I docenti che somministreranno le prove vigileranno la correttezza dello svolgimento ed al temine, utilizzando la griglia di correzione predisposta, valuteranno i risultati.
Le indicazioni della circ.32 assegnano alla Commissione di esame (consiglio di classe) la facoltà circa il valore da attribuire alla quarta prova in vista della valutazione finale dell’esame, ma sarebbe poco educativo vanificarne l’efficacia, dicendo ai ragazzi che: “ tanto il giudizio della commissione non cambia e non verrà intaccato il voto finale”. La prova nazionale che aiuta a verificare i livelli di apprendimento, contribuisce ad integrare gli elementi di valutazione ed è quindi utile che siano corrispondenti al vero.
Da veri protagonisti di un evento storico della scuola italiana è opportuno assegnare alla prova nazionale tutte le valenze di significato e di importanza che merita una prova che metterà a confronto per la prima volta, la scuola italiana dalle Alpi al Mediterraneo, in merito alla comprensione dei testi in lingua italiana e alle competenze di logica matematica e uso del linguaggio scientifico.
Le perplessità circa le caratteristiche delle prove da somministrare, la rigidità del tempo assegnato, il rischio che i testi scelti non saranno di facile comprensione per tutti gli studenti, sono fattori sui quali occorrerà in seguito riflettere e proporre al Ministero delle puntuali osservazioni in vista di un’attenta verifica delle procedure. Da veri protagonisti della “sperimentazione”, terminati gli esami non si potrà chiudere il pacco delle prove e dimenticare, anche per le imminenti vacanze estive, quanto è stato fatto. Occorrerà certamente una diligente riflessione di valutazione da tradurre in proposte migliorative che, inviate al Ministero, dovrebbero servire ad apportare per il prossimo anno delle modifiche allo svolgimento degli esami di stato.
In alcune scuole, utilizzando il materiale messo a disposizione via internet, sono state già avviate delle prove di simulazione per preparare gli studenti all’impatto con la prova nazionale e certe difficoltà possono essere superate. Per evitare che tra gli studenti ci siano degli scambi e suggerimenti di risposte, si può prevedere la sistemazione dei banchi singoli e distanti, utilizzando anche i corridoi come avviene per gli esami di stato della scuola secondaria di secondo grado. Per abituare gli studenti al rispetto dei tempi, si possono già assegnare degli esercizi a tempo e guidarli nell’uso corretto ed ottimale del tempo a disposizione. Abilità che sarà utile in seguito, in occasione dei concorsi e delle selezioni per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Anche la riproposizione del “documento del 15 maggio”, come avviene per la scuola secondaria di secondo grado, potrà costituire un’utile occasione di incontro tra i docenti delle classi terze, di valutazione del lavoro svolto e di preparazione del momento educativo che è l’esame finale del percorso formativo del ciclo primario.
I traguardi conseguiti e le competenze acquisite dagli studenti corrispondono in gran parte al lavoro didattico realizzato e la prova nazionale ne dovrebbe sancire il livello. Resta, comunque, da considerare a parte: la complessa problematica relativa agli alunni portatori di handicap dichiarati e non dichiarati; i cosiddetti “casi difficili”, alunni pluriripetenti; i candidati esterni, che chiedono alla scuola l’attestato di “licenza media”, documento ancora necessario per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Tra le novità della circolare n. 32/2008 è da evidenziare come appare ben definita la struttura organizzativa degli otto anni del ciclo scolastico primario in tre bienni, un anno iniziale ed un finale di consolidamento e di indirizzo. Tale introduzione solleciterebbe l’estensione degli “istituti comprensivi” ed una maggiore unitarietà didattica .
L’organizzazione per bienni dovrebbe comportare una migliore ed efficace azione programmatoria e di progettualità formativa, utilizzando meglio i quattrocento giorni di scuola del periodo biennale in moduli didattici articolati e interconnessi.
Ben vengano le disposizioni ministeriali, che guidano ed indirizzino verso una didattica efficace, ma sta alle singole istituzioni nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e ai docenti nell’esercizio dell’autonomia didattica, tradurre in pratica tutto ciò che le indicazioni suggeriscono per conseguire i non ancora raggiunti traguardi di scuola di qualità.