Sono un insegnante di tedesco in un liceo linguistico ed esprimo il mio disappunto, la mia delusione e la mia indignazione per il “benservito” ricevuto dagli studenti della 5ª classe di questo indirizzo di studio, che si vedono rifilare dall’oggi al domani tedesco (Lingua 3) come secondo scritto.
Ok, prima o poi la lingua di Goethe sarebbe dovuta di nuovo uscire nel corso degli anni, ma… ci si rende conto della mole di lavoro che in 4 mesi e mezzo attende discenti e docenti? Udite udite: un programma di letteratura che spazia su due secoli – ‘800 e ‘900 – dal quale verrà scelto un autore, magari noto magari meno noto, su cui i maturandi dovranno scrivere un tema critico ovviamente in buon tedesco, lingua tutt’altro che facile e alquanto lontana da quelle che normalmente si studiano.
Sfido qualunque collega a insegnare duecento anni di letteratura – scrittori e relativi movimenti letterari – nell’arco di un anno scolastico e qualunque studente ad impararla nello stesso arco di tempo. Quando l’ho detto ai miei allievi ho assistito a reazioni decisamente penose: pianti più o meno isterici, disperazione.
Perché si passa sempre da un eccesso all’altro? Per anni la “matura” è stata accusata di essere un esame burla, una passeggiata. E adesso? Almeno per la mia materia è diventata una sorta di scalata da rocciatori.
E il giusto mezzo? Est modus in rebus (povero Orazio!).
Daniele Orla
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