Ecco come la penso io:
1) I voti non sono realistici. Alcuni docenti interni, a giugno valutano l’alunno con “non più di 8” e poi all’esame vogliono farlo arrivare a 100 a tutti i costi. Inoltre alcuni alunni riescono a copiare, pur nella vigilanza…..
2) Non ha senso rifare le “interrogazioni orali” davanti alla commissione, dato che già sono state fatte a conclusione dell’anno scolastico nelle varie discipline
3) L’Esame è uno stress inutile per gli alunni e un dispendio economico per la Scuola.
Ecco invece come lo trasformerei io:
1) I crediti degli ultimi tre anni si moltiplicano per un fattore numerico, raggiungendo il punteggio base
3) Non si svolgono prove orali, ma l’alunno espone un proprio lavoro di tesi cartaceo o multimediale
4) Si somma il punteggio del triennio al punteggio della prova INVALSI e si aggiunge un bonus di 5 punti (al massimo) per il lavoro di tesi.
Raggiungendo il 100 come massimo punteggio. Tralasciando la lode attribuita a discrezione della commissione, che spesso crea disparità di trattamento. Sono anni che propongo questa mia riforma dell’ESAME e sono anni che svolgo la funzione di commissario interno/esterno, notando tutte le note negative dell’attuale Esame di Stato. Ma nessuno ascolta la mia voce!
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