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Esami di terza media e maturità: addio alle prove Invalsi

Nel corso dell’incontro Miur-sindacati del 16 novembre si è parlato delle modifiche degli esami finali del I e del II ciclo.

Queste modifiche, come riporta Italia Oggi, saranno introdotte dal governo tramite un decreto legislativo che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale intorno al 15 gennaio, secondo l’attuazione di una delega contenuta nella legge 107/2015.

In sintesi, dal prossimo anno scolastico le prove Invalsi non peseranno nella valutazione finale degli esami di licenza media e di maturità. Inoltre, sempre nell’ottica di alleggerire la valutazione finale dell’esame conclusivo del I e II ciclo, i voti degli anni passati non avranno la stessa importanza di oggi.

Cerchiamo di approfondire:

Per quanto riguarda l’Esame nel primo ciclo, le prove Invalsi non faranno più parte delle prove di esame, ma saranno ugualmente somministrate a fini statistici e comunque, saranno il requisito di accesso per l’esame.
I test delle prove, effettuati prima del termine dell’anno scolastico, riguarderanno tre materie: italiano, matematica e inglese. Il voto sarà inserito nell’attestazione delle competenze. Immutate le prove scritte e il colloquio orale ma saranno collegate al profilo finale come previsto dalle indicazioni nazionali. Il preside sarà il presidente della commissione.
“L’esito finale dell’esame sarà deliberato dalla commissione mediante l’attribuzione di una lettera da A ad E sulla base di criteri di correzione e linee guida nazionali. In pratica, le lettere sostituiranno i vecchi indicatori preriforma: ottimo, distinto, buono, sufficiente, mediocre e scarso. Infine, la media dei voti del secondo quadrimestre non avrà più valore ai fini del voto finale dell’esame”.

Un punto importante per l’ammissione agli esami sarà rappresentato delle attività di alternanza scuola-lavoro. Ad ogni modo, il 6 come media sarà il requisito fondamentale per sostenere gli esami
Ripetiamo, che per essere ammessi sarà necessaria la partecipazione alle prove Invalsi, che però non sarà presente all’esame e non avrà valore per il voto finale. Inoltre, come già accennato, i test saranno su tre discipline, ovvero italiano, matematica e lingua inglese.

Il credito scolastico del percorso di studi arriverà fino a un massimo di 40 punti, suddivisi in tal modo: 12 per il terzo anno, 13 per il quarto anno e 15 per il quinto anno.
Le 2 prove di esame riconosceranno un massimo di 20 punti ciascuna, così come il colloquio orale

Per quanto riguarda la commissione esaminatrice, si continuerà sulla stessa strada fino ad ora attuata, secondo la legge 107/2015.

Per quanto concerne, invece, le prove di esame, alla stregua di quello che accade oggi, la prima prova scritta verterà sulla padronanza della lingua italiana. La seconda prova scritta sarà determinata in base all’indirizzo di studi (per gli istituti professionali una parte della seconda prova sarà predisposta dalla commissione in coerenza con l’offerta formativa della scuola).
La prova orale continuerà ad essere importante per verificare le competenze dello studente e la capacità argomentativa e critica del candidato “a partire da un testo o da un documento scelto tra le proposte elaborate dalla commissione e comprenderà l’esposizione delle attività svolte in alternanza”.

Il diploma finale sarà provvisto di tutti i risultati delle prove d’esame, i voti d’ammissione, oltre agli esiti delle prove Invalsi in allegato. Sempre fra gli allegati, saranno disponibili l’esito di eventuali percorsi opzionali, certificati di competenze rilasciati da aziende o enti in cui si è svolta l’alternanza scuola–lavoro e altre certificazioni esterne conseguite dallo studente.

Fabrizio De Angelis

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