L’Università di Parma si “attrezza” per consentire ai suoi studenti di svolgere a distanza anche esami scritti: dovranno avere necessariamente un computer con webcam e microfono, da tenere sempre “aperti”, in modo che il docente da remoto possa controllare cosa succede.
La sfida è duplice: da una parte dare una risposta tempestiva agli studenti, dall’altra garantire la serietà e la correttezza degli esami affinché non si trasformassero in una farsa.
Nella stanza in cui si sostiene la prova, poi, non devono essere presenti «altre persone» né «libri, quaderni o appunti» con il docente che, a sua discrezione, «potrà chiedere allo studente di inquadrare la scrivania per mostrare che sia vuota e che le pareti intorno siano vuote o comunque senza fogli appesi». I docenti dovranno invitare i ragazzi a «mantenere lo sguardo verso lo schermo, onde evitare la consultazione di materiale non ammesso». Nessuna distrazione, nessuna furbata.
Anche la modalità “a distanza” delle prove scritte, sottolinea l’ateneo, pur con tutti gli accorgimenti di controllo, richiede «un forte senso di responsabilità e collaborazione tra docenti e studenti».
«Il rischio che qualcuno faccia il furbo c’è eccome ma noi cerchiamo di prevenire le loro mosse», aggiunge. Esami online, necessari in questo momento, ma che secondo il professore Stanco non potranno sostituire del tutto quelli tradizionali: «Si tratta di strumenti che continueranno ad affiancarci nella vita tradizione. In futuro la didattica sarà anche online».
Oltre alle indicazioni generali su quali software usare per la videoconferenza (Microsoft Teams) e per le scansioni (Adobe Scan), ogni docente qualche giorno prima dell’esame potrà fornire ulteriori indicazioni, anche per il riconoscimento con documento di identità.
Racconta una studentessa: «Basta entrare nell’applicazione, nel nostro caso Microsoft Teams, disattivare microfono e webcam, nell’attesa che arrivi il nostro turno, e dunque aspettare che il docente faccia il nostro nome. Prima di dare il via all’esame, però, si viene identificati in una “room” privata per evitare che gli altri colleghi, tutti collegati da casa, ascoltino i nostri dati personali». «Nell’orale, invece, ci chiedevano giustamente di guardare fisso nella webcam».
L’Università di Pavia invece sta svolgendo gli esami scritti invitando gli studenti a «tenere lo smartphone sempre visibile sul tavolo, spento e a faccia in giù». Esame annullato «se uno studente è sorpreso a copiare o se lascia la postazione prima della fine della prova». Il docente, inoltre, può chiedere di condividere lo schermo durante l’esame o di scollegare la tastiera.
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