Per il ministero dell’Istruzione diventa sempre più difficoltoso gestire il personale precario. Dietro a questa definizione vi sono, infatti, svariate tipologie di supplenti: di lunga data, anche detti “storici”, con meno di tre anni di servizio, con qualche supplenza temporanea. Poi ci sono gli abilitati e i non abilitati. I primi sono inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, mentre i secondi sperano di entrarvi (previo concorso-corso abilitante). Solo che questa regola non vale per tutti. C’è una categoria, quella degli iscritti ai corsi di Scienze della Formazione Primaria a partire dal 2008: per loro, anche se il diploma acquisito corrisponde a tutti gli effetti ad una abilitazione, non c’è più posto nelle Gae. E siccome nemmeno per accedere ai Tfa, almeno sul breve termine, sembra che su di loro si sia creata una sorta di stato di sospensione. In attesa che la riforma sul reclutamento faccia chiarezza anche sul loro conto.
In ogni caso, come abbiamo già scritto, questo nucleo di candidati alla docenza nella scuola primaria sembra aver perso la pazienza. Il 31 maggio, attraverso il“Coordinamento Nazionale Docenti Abilitandi ed Abilitati per le GaE”, si sono ritrovati in centinaia davanti al Miur, a viale Trastevere. Una delegazione, sul finire della mattinata, è anche stata ricevuta dai dirigenti ministeriali. Nelle stesse ore l’Anief, che ha sostenuto l’iniziativa schierandosi al fianco dei precari, ha spiegato le loro ragioni a Manuela Ghizzoni, neo presidente della Commissione Cultura della Camera. Chiedendo alla democratica di assumere un ruolo “ispettivo” nei confronti dell’operato dell’amministrazione. Ma anche minacciando, nel caso non si desse seguito a quello che è un loro diritto, di impugnare giuridicamente la chiusura dell’amministrazione nei loro confronti.
A dire il vero, dai palazzi della politica una presa di posizione già c’è stata. Si è svolta lo scorso 23 febbraio, quando la Camera ha indicato al Governo la necessità di aprire le porte a questa fetta di precari. Ma sino ad oggi di l’auspicio fatto a Montecitorio non ha avuto seguito. “È assurdo – ha commentato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, presente anche lui alla manifestazione del 31 maggio – che da una parte lo Stato costringa gli studenti a superare una prova per accedere alla professione, mentre dall’altra nega il diritto al lavoro al personale formato per insegnare. E sia ben chiara una cosa: neanche l’aspettativa di un nuovo concorso può far venire meno tale diritto. Come del resto ribadito dal Parlamento più volte, anche attraverso il recente ordine del giorno approvato nella terza decade di febbraio. Un decreto, è bene ricordare, – ha concluso il presidente dell’Anief – che impegna il Governo ad inserire nell’imminente decreto di aggiornamento straordinario delle graduatorie ad esaurimento anche tutti gli iscritti ai corsi abilitanti in Scienze della Formazione Primaria e gli abilitati attraverso lo stesso percorso formativo”.
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