Il Coordinamento precari della conoscenza della FLC CGIL in una nota fa sapere che trova scandalose le modalità di somministrazione dei quesiti forniti dal MIUR per consentire ai candidati di esercitarsi per la prova preselettiva del concorso per gli insegnanti.
E così la Flc-Cgil, attraverso i precari iscritti al sindacato, è oltremodo critica nei confronti delle modalità predisposte dal Miur per consentire l’esercitazione alle prove preselettive del concorso a cattedra: “non poter verificare, al termine di ogni simulazione, la correttezza o meno delle domande lo troviamo inadeguato e lesivo dei diritti dei candidati. Siamo di fronte a un modello di simulazione che nega al candidato”, continuano i precari Flc-Cgil, “ la possibilità di confrontarsi con gli errori, capire come correggersi e comprendere la logica sottesa al quesito.”
Qualsiasi insegnante sa bene, dice la Flc-Cgil, che nelle verifiche scolastiche bisogna segnalare subito gli errori per correggersi, cosa che il Miur sembra negando “ai candidati, che vogliono impegnarsi per affrontare il concorso con serietà, la possibilità di uno studio serio, impegnativo e proficuo.”
“Nei concorsi precedenti il Miur ha operato scelte assai diverse, come nel caso del concorso per Dirigenti scolastici dello scorso anno. Chiediamo, quindi, se intenda disconoscere la validità di quelle prove concorsuali o se, piuttosto, non stia dimostrando per l’ennesima volta la superficialità e l’incompetenza nel gestire le questioni della scuola.”
“Dal 29 novembre sarà attivata sul sito del MIUR una funzione che consentirà la segnalazione di eventuali osservazioni sui quesiti presenti nell’archivio. Ma quali segnalazioni dovrebbero fare i candidati se non sanno neanche quali domande e risposte contestare?”
Per quanto riguarda invece le tipologie, dicono i precari Flc, sembrano domande “domande adatte ad un’intelligenza artificiale ma che poco hanno a che fare con le competenze e le conoscenze che dovrebbe avere un insegnante (cioè quelle relazionali, didattiche e disciplinari) e che verranno valutate solo nell’ultima prova, quella della simulazione di una lezione, alla quale forse i migliori non arriveranno mai perché bocciati alle preselezioni.”
Il comunicato conclude pretendendo da parte del Miur “La pubblicazione puntuale delle risposte esatte, che rappresenta un atto dovuto nei confronti di migliaia di cittadini che si impegnano con serietà al superamento di un concorso pubblico."
Anche Anief oltremodo critica:
“Fa acqua da tutte le parti l’esercitatore predisposto dal Ministero dell’Istruzione per permettere agli oltre 320 mila candidati al concorso a cattedra per diventare tra meno di un anno docenti della scuola pubblica italiana: il Miur deve immediatamente pubblicare le risposte esatte, altrimenti rischia di disorientare gli aspiranti docenti anziché permettergli di studiare i contenuti delle prove preliminari fissate per il 17 e 18 dicembre prossimi”.
“Il Miur abbia il coraggio di pubblicare le risposte esatte. Se non lo fa, discrimina i partecipanti, i quali già hanno avuto inspiegabilmente dieci giorni in meno, rispetto ai concorsi pubblici passati, per prepararsi attraverso la lettura di tutti i quesiti”. L’Anief si fa portavoce dei candidati, facendo un appello pubblico al Miur, anche per dire che già dal primo giorno il sistema informatico predisposto per rendere pubblici i quesiti è andato in tilt: permangono infatti forti difficoltà a collegarsi, soprattutto per chi non ha la banda larga e diversi problemi nel portare a compimento le sessioni di prova. Ma soprattutto c’è l’amara sorpresa, qualora non si risponda correttamente alle 35 risposte, di non conoscere quelle a cui non si è risposto in modo positivo. “Allora a cosa serve esercitarsi?”
“Il sistema sembra quasi tarato per evitare contestazioni immediate contro la formulazione di domande sbagliate. Se così fosse saremmo di fronte ad un grave errore, perché per evitare di affrontare i problemi si cercherebbe di aggirarli con un sistema informatico cervellotico e inefficace”.
“Ad essere danneggiati sono tutti i candidati che non sono in possesso di computer e reti di collegamento all’avanguardia. Limitando, inevitabilmente, le loro opportunità. Il Miur non può fare altro che pubblicare, da subito, tutte le risposte esatte. In caso contrario si renderebbe artefice di una clamorosa discriminazione dei partecipanti al concorso. E poi non ci si lamenti dei ricorsi…”.
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