I lettori ci scrivono

Esistono davvero discipline prettamente maschili?

Sono un’insegnante precaria (anche per scelta) e insegno materie tecniche.

Purtroppo, mi capitano spesso le cattedre che nessuno vuole; possibile che ci siano materie così “brutte”, che nessuno vuole insegnare?

No, il problema non è la materia, ma l’utenza. Quando si muovono critiche alla scuola, ci si dimentica spesso di puntare il dito sull’uso che ne pretende di fare l’utenza; essa, infatti, “decide” quali siano gli insegnamenti importanti e quali no ed esiste purtroppo un’abitudine ad assecondare queste pretese.

Così succede che vi siano discipline considerate prettamente maschili e che possono essere affrontate con superficialità e si può essere promossi anche se ci si comporta come delinquenti e ci si presenta a scuola col cervello annebbiato o, peggio, già compromesso.

La materia a cui mi riferisco è, ovviamente, la meccanica, materia che non capisco perché non piaccia alle donne, quando invece soprattutto una donna riesce spesso a dare un tocco di stile ad ogni lavoro che fa.

Un collega, a questa mia osservazione, mi ha risposto che non manderebbe mai sua figlia “in un ambientaccio del genere”; capirei se questa frase fosse pronunciata da una donna, ma non la comprendo se pronunciata da un uomo, che dimostra in tal modo di accettare il fenomeno.

Gli insegnanti uomini, infatti, tendono in generale a “perdonare” l’atteggiamento incivile di certi allievi e spesso vi ci si adeguano, abbandonandosi a quella che vivono come un’esperienza di spensieratezza, senza fare nulla riguardo invece alla mitigazione della ferocia (perché di ferocia si tratta) di quegli esseri incivili e irrispettosi di qualsiasi regola e, di conseguenza, di qualsiasi persona.

Provate, invece, a essere una donna che insegna in quelle classi: gli insulti, le volgarità e le continue provocazioni e prevaricazioni sono una realtà quotidiana e senza soluzione di continuità.

E quelle stesse aggressioni proseguiranno nel mondo del lavoro. Ma gli insegnanti uomini non fanno nulla.

Grazie a loro, grazie ai dirigenti che permettono tutto questo.

Sara Sanviti

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