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Esiti mobilità, la maestra picchiata dal clan Spada va in Abruzzo. Fallimento dello Stato? L’Usr: “Domanda fatta tempo fa”

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Ci sono aggiornamenti sul caso della maestra picchiata da una mamma appartenente al clan mafioso degli Spada, a Ostia, sul litorale romano. Come riporta La Repubblica, la docente, che non ha ancora ripreso servizio, sta per trasferirsi dal Lazio all’Abruzzo. A quanto pare, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, il trasferimento non sarebbe legato all’aggressione.

Esiti mobilità docenti oggi

La maestra lo avrebbe chiesto da molto tempo e si tratterebbe di una decisione privata, indipendente e precedente ai fatti. Lo assicura la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini: “Nessun collegamento coi fatti noti, la domanda avrà il suo decorso normale”, ha spiegato. Resta da vedere se la sua domanda sarà accolta: ricordiamo che oggi, 17 maggio, vengono pubblicati gli esiti della mobilità.

“Ad andarsene non dovrebbe essere l’insegnante ma la signora Spada”

Non la pensa così l’assessore capitolino al Turismo Alessandro Onorato: “È un fallimento dello stato”, ha tuonato. “In un mondo normale ad andarsene non dovrebbe essere l’insegnante ma la signora Spada”. L’ufficio regionale scolastico ha smentito anche la notizia secondo cui la pratica dell’insegnante avrebbe visto una accelerazione per trasferire la donna ancora terrorizzata.

Ecco, ancora, le parole di Onorato: “Come pensate che arrivi questo messaggio agli occhi delle mamme e dei papà che a Ostia si impegnano ogni giorno a spiegare ai loro figli la differenza tra giusto e sbagliato? Cosa penseranno tutti gli insegnanti appassionati, scrupolosi e seri che ogni giorno si sostituiscono alle tante mancanze delle istituzioni e alle stesse famiglie? Conosco troppo bene la fatica che fanno le persone che in quel territorio vogliono vivere con la schiena dritta. E che spesso hanno l’impressione che per vivere meglio sia necessario andare lontano. Per loro sarebbe servita una risposta esemplare. E invece niente. Uno Stato mite e quasi rassegnato si limita a prendere atto che chi ha fatto il proprio dovere andrà via, a cercare serenità lontano. E chi invece ha sbagliato rimarrà lì. Sicuramente, ora, più forte di prima”, ha aggiunto l’assessore.

“Non ti devi permettere di sgridare mio figlio, siamo gli Spada”

“Non ti devi permettere di sgridare mio figlio, siamo gli Spada”, poi schiaffi e calci contro la maestra. Questo quanto accaduto all’uscita di una scuola del litorale romano lo scorso 7 maggio, quando genitori e docenti hanno assistito all’“agguato” in piena regola.

Ricordiamo che pare che la maestra non abbia ancora denunciato. “È impaurita per quello che è accaduto e per l’attenzione che si sta creando”, spiega una delle sue colleghe. L’insegnante è stata ascoltata dai carabinieri di Ostia, ma non ha riferito dell’intimidazione, sentita da diversi testimoni: “Noi siamo gli Spada, non ti puoi permettere di toccare mio figlio”.

Mercoledì 15 maggio scorso la visita del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Alla docente aggredita va la solidarietà mia e del Governo. Lo Stato c’è. Sappia qualsiasi mafia che lo Stato è molto più forte di qualsiasi singolo individuo e di qualsiasi singola mafia e ha tutti gli strumenti per farsi rispettare”.

Lo ha ripetuto anche alla maestra durante un incontro riservatissimo (con loro erano presenti solo il preside della scuola e il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Lazio Anna Paola Sabatini). “È impaurita, ed è comprensibile perché quello che ha passato non è stato facile – ha riferito Valditara – ma riprenderà servizio a breve. Se denuncerà? Non credo che l’azione abbia necessità di una denuncia: c’è un’indagine e chi ha aggredito l’insegnante, dopo gli opportuni accertamenti di forze dell’ordine e della magistratura, si ritroverà a rispondere dei risultati degli accertamenti”.