Ritorna (con qualche complicazione) il tormentone del distacco dei vicepresidi che lo scorso anno si era risolto in zona Cesarini, a poche ore dall’inizio delle lezioni.
Il problema non è nuovo: la legge di stabilità approvata a fine 2014 aveva cancellato gli esoneri e i semiesoneri per i vicepresidi. A settembre 2015 era rabberciata all’ultimo momento una soluzione provvisoria: le scuole avrebbero potuto utilizzare l’organico potenziato per sostituire i vicepresidi. Con non pochi problemi, visto che non sempre la scuola disponeva di un docente della stessa classe di concorso del vicepreside.
Quest’anno il problema potrebbe essere anche più difficile da risolvere.
Se la sequenza contrattuale sulla chiamata dei docenti dagli ammbiti si dovesse concludere come chiedono i sindacati, i dirigenti scolastici non avrebbero margini di discrezionalità e quindi sarebbero costretti a “fare fuoco con la legna a disposizione”.
Infatti, se il passaggio dagli albi alle scuole avverrà sulla base di graduatorie e punteggi non è affatto detto che sia possibile tenere conto delle specifiche esigenze legate all’esonero del vicepreside.
C’è almeno da augurarsi che, al momento della firma dell’accordo definitivo, sindacati e Ministero si ricordino di questo particolare e trovino il modo di non complicare la vita delle scuole anche quest’anno.