C’è rammarico tra gli organizzatori del “Corso sull’esorcismo e la preghiera di liberazione”, un vero e proprio approfondimento sulla liberazione dal maligno, avviato il 6 maggio: dopo la denuncia nel mese di febbraio da parte di Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, che lamentava l’inserimento del corso nella piattaforma ministeriale Sofia, e le polemiche che ne sono seguite, il Miur ha prima preso le distanze dall’iniziativa e poi rimosso le lezioni dalla piattaforma. Ora, però, che il corso ha preso il via, nell’ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, gli organizzatori hanno avuto da ridire per la decisione del ministero dell’Istruzione di escludere quel genere di lezioni dai corsi di aggiornamento inclusi nella “rosa” di quelli autorizzati.
Il corso, scrive l’Ansa, è un sostegno di tipo accademico per chi si trova ad affrontare queste problematiche ma non dà un ‘patentino’ per praticare esorcismi.
L’ultima parola su chi deve scegliere che fare esorcismo “vero” è il vescovo ordinario, il quale per la sua diocesi individua i sacerdoti chiamati a questo compito, “un servizio pastorale alla pari degli altri”, è stato sottolineato
Al corso – giunto alla XIV edizione – parteciperanno in tutto 241 persone, provenienti da 42 Paesi. Per la stragrande maggioranza si tratta di sacerdoti ma ci sono anche medici, psicologi, legali, in altri termini laici che si trovano ad affrontare queste problematiche.
“I giovani sono sempre più attratti dal satanismo e questo corso era importante anche per gli insegnanti”, ha detto Giuseppe Ferrari, segretario del Gris, Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa, parlando di “miopia e ignoranza” sul tema.
Critiche dagli organizzatori del corso anche per la statua dedicata a Lucifero, a Vergato, nel bolognese, segno di “una deriva” e realizzata “con tanto di soldi pubblici”.
L’esorcismo continua comunque ad evocare un mondo che sembra quasi irreale.
Eppure “in una società così secolarizzata, sempre più lontana dalla fede, c’è un ritorno a queste pratiche” sottolinea padre Pedro Barrajon, docente di teologia e Legionario di Cristo.
Durante la giornata di inaugurazione del corso, è stata ricordato che i tanti casi sottoposti all’attenzione della Chiesa sono in realtà disturbi di tipo psichico.
Ma ci sono dei segni precisi che indicano invece la presenza del maligno: “l’avversione al sacro, il parlare lingue sconosciute, una forza superiore a quella naturale”, cita ad esempio p. Barrajon dell’Apra.
A volte le persone sputano anche vetro, chiodi o pezzi di ferro, come se ci fosse una “materializzazione del male” è stato spiegato.
Tuttavia, per gli non esistono preti ‘superman’ che da soli scacciano i demoni. “In un esorcismo o in una preghiera di liberazione ci si immagina un sacerdote che lotta da solo contro il maligno, come se fosse una specie di super sacerdote, quando in realtà è la Chiesa tutta che lotta contro il male”, ha detto padre Luis Ramirez dell’Istituto Sacerdos dello stesso Ateneo dei Legionari. La diffusione del male corre anche sui social anche se, hanno sottolineato gli organizzatori del corso, questi mezzi “non vanno ‘satanizzati’ perché, di per sé, sono neutri, dipende dall’uso che se ne fa”.
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