Un fatto inaudito: in un liceo di Napoli, come riporta Fanpage, è esploso un power bank per ricaricare i cellulari presente nello zaino di una studentessa. Sette sono gli studenti intossicati, dei quali due, più gravi, trasportati al Pronto Soccorso. Sul posto il personale del 118 con le bombole per l’intossicazione da fumo.
L’aula è stata immediatamente evacuata in via precauzionale. Per fortuna, non ci sono stati feriti gravi. Tutto è avvenuto venerdì scorso, 4 ottobre. Il power bank si trovava all’interno di uno zainetto di plastica. Il dispositivo, utilizzato per ricaricare lo smartphone anche senza una presa dell’elettricità, sarebbe esploso improvvisamente.
Un botto forte, dopo il quale si sarebbero sprigionate delle fiamme che hanno incendiato lo zainetto. La combustione della plastica ha probabilmente prodotto dei fumi tossici che si sono sparsi nell’aria.
“Si è trattato di un guasto al power bank di un telefonino contenuto in uno zaino. L’intossicazione da fumo è stata provocata probabilmente dal fatto che questo dispositivo ha preso fuoco, si è incendiato all’improvviso, cosa rara ma che sembra possa capitare, all’interno di uno zaino di plastica. Questo ha generato dei fumi di plastica che qualche ragazzino ha inalato”, queste le parole della dirigente scolastica.
“Provvedimenti? Non posso prenderli. Non possiamo dire ai ragazzi ‘non portate i powerbank negli zaini’. Ma sicuramente è una cosa che tutta la scolaresca dovrebbe sapere, che è un pericolo che si può correre, come può accadere anche per le batterie dei cellulari, oltre con i power bank. È stata una cosa del tutto casuale”, ha concluso.
Ci saranno presto divieti del genere nelle classi? Finora gli altri divieti nelle varie scuole, oltre a quello relativo al cellulare, riguardano il dress code. Circa 3 studenti su 10 devono fare attenzione a come vestirsi la mattina. E un ulteriore 55% è caldamente pregato di presentarsi in classe in modo “adeguato” al contesto. Solo 1 su 5 ha carta bianca sull’abbigliamento.
Tra i divieti più frequenti riportati dagli intervistati figurano quello, ad esempio, di indossare top e canottiere troppo “minimal” o magliette che lasciano scoperte spalle e pance; ma anche di avere scollature generose o gonne e pantaloni troppo corti oppure jeans strappati. Nel novero delle indicazioni non mancano anche quelle che vietano di tenere in testa il cappello o il cappuccio della felpa durante le lezioni. Ci sono, poi, istituti che utilizzano formule generiche, tutte da interpretare, mettendo al bando gli outfit considerati “sgarbati” o in grado di “distrarre” gli altri studenti.
Tantissime le scuole che vietano alle ragazze di avere unghie finte (spesso giustificando la cosa con la loro potenziale “pericolosità”) nonché trucchi appariscenti, capelli troppo colorati, accessori vistosi, un numero eccessivo di piercing; qualcuna “consiglia” persino di tenere raccolti i capelli se molto lunghi. Sul fronte ragazzi, invece, ci si concentra soprattutto sulle barbe, che non devono essere né lunghe né incolte né con disegni strani. Ad avere una o più di queste indicazioni nel regolamento d’istituto è circa 1 su 5.
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