Cari alunni, care alunne, fare gli auguri di buon anno scolastico è per me quasi un rito, mi soccorre sempre la lettera come espressione di sentimenti che scaldano il cuore, consentitemi solo una paginetta per non tediarvi troppo.
Auguri, suggerisce l’etimologia, vuol dire anticipare il futuro, anticipare cose liete che vanno però preparate per tempo perché nulla accade se non è prima sognato. Auguro pertanto a tutti voi di non perdere di vista due parole che possono tornare utili nella vita: preoccupare e responsabile.
Preoccupare, dal latino praeoccupare, “occupare prima, prevenire”. Responsabile, sempre dal latino, “che risponde, che è garante di qualcosa”. Due paroline che trovate in ogni vocabolario per descrivere due aspetti che attraversano e permeano la vita non solo degli adulti, ma anche di voi giovani studenti. Tradotto: nella vita nessuno vi regala niente, ogni desiderio realizzato è la conseguenza di rinunce, costa fatiche. I sogni non sono la gentile concessione di qualche benefattore e non si trovano nei boschi come fragole selvatiche, ma sono traguardi che chiamano in causa la dedizione, il coraggio, la curiosità: le scorciatoie non pagano nella vita.
Il talento da solo non basta, se non c’è carattere, se non c’è personalità, i risultati non arrivano e i sogni non si realizzano. Esemplifico: Messi è il talento, ma Ronaldo è la personalità, il carattere, la resilienza, l’applicazione . Per imparare occorrono tre elementi: il desiderio, un maestro, la costanza nell’esercizio. C’è piacere di imparare solo se c’è piacere di insegnare. Non solo: a scuola, in tempi di illegalità diffusa, deve trovare posto anche l’insegnare a essere. Non c’è scuola senza regole, come non c’è partita senza arbitro. Insomma, il futuro inizia oggi e non c’è miglior alunno di chi ha voglia di imparare. La preparazione non è un regalo. Con il denaro si compra tutto, ma non la conoscenza: il sapere è frutto di una faticosa conquista che nessuno può compiere al posto nostro.
Serve impegno, serve costanza, serve passione, difatti la parola scuola, dal greco scholazein, vuol dire ozio, riposo del corpo, così che la mente possa dedicarsi interamente allo studio. I libri e le idee danno significato all’esistenza e si va a scuola non perché costretti, ma per capire il mondo e il ruolo che si ha nel mondo.
La preparazione non è qualcosa che si compra al mercatino un po’ all’etto, non piove dal cielo, non la regalano in televisione o su facebook, ma si acquista lavorando sodo, condizione necessaria per riuscire: qualunque cosa facciate, occorre che vi ci dedichiate. Ognuno di voi ha un talento, ma non potete conoscerlo se non vi esercitate o se accettate di ignorare ciò che vi accorgete di non sapere.
L’astronauta italiana Samantha Cristoforetti è la persona rimasta per più tempo nello spazio: sette mesi. Quando era bambina, guardando le stelle, ha asserito: “Il mio sogno è vederle da vicino.”Ce l’ha fatta, ma dopo due lauree e qualche master. Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. E non avrete successo al primo tentativo: il primo Harry Potter di Rowling è stato rifiutato dodici volte e Michael Jordan è stato escluso dalla squadra di basket alle scuole superiori prima di diventare un grande campione. Morale: l’improvvisazione nella vita non paga. Se volete una cosa, andatevela a prendere: nessuno lo farà per voi. Sembrano cose scontate, ma non lo sono: uno studente su tre in Italia non ha una preparazione sufficiente alla fine della scuola media.
Non voglio più annoiarvi e chiudo con una massima che noi, Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di Petronà (Catanzaro), abbiamo affisso, come monito, nell’atrio della nostra comunità educante: “Non studiamo per la scuola, ma studiamo per la vita.” E’ un aforisma dello scrittore latino Lucio Anneo Seneca e ammonisce sulla finalità della scuola: non è un pezzo di carta, ma conoscenze, abilità e competenze spendibili nella vita per orientare il futuro.
Senza conoscenza, non c’è libertà, non c’è felicità. La vita, come ha detto lo scrittore Alessandro D’Avenia, non è girare a vuoto, ma tendere verso un obiettivo: la vita è bella se la vita ha un senso. Chi è povero di cultura, è povero anche di relazioni e anche di sogni. La felicità è un dono che richiede una scelta: va desiderata. Solo insieme possiamo accendere la luce dell’interesse, la passione di apprendere, il gusto del sapere, il piacere della lettura.
Mi piace pensare che la scuola anticipi il futuro, prepari la società del domani: più cose si sapranno, più felici sarete. Andare a scuola o non andare a scuola non è la stessa cosa, ne vale la pane perché la scuola dà forma ai sogni. Tra 20 anni non sarete delusi delle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Enzo Bubbo