Sono un docente di scuola primaria del Sud e vi scrivo poiché, credo di dare voce all’ennesima richiesta da parte di tutti noi al nostro paese, ma soprattutto a chi ci governa, di sostenere adeguatamente le nostre vite lavorative. Beh si, prima di essere docenti siamo esseri umani pensanti con figli, mutui e quant’altro guadagnati con amore, sentimenti, stati d’animo, fatiche. Ma tutto questo non viene vissuto sulla pelle di chi decide come e quanto dobbiamo lavorare, con caratteristiche contrattuali
vecchie di otto anni fa e con una prospettiva negoziale poco entusiasmante! Di nuovo a dividere (si fa per dire) la coperta economica che ci fa essere il 25 paese al mondo per sistema d’istruzione ma potremmo salire di piu’ se si desse più importanza ai docenti, alla
nostra importantissima figura di sistema formativa sociale! Io chiedo senza giri di parole una retribuzione adeguata al nostro profilo e lavorare più giorni all’anno perché sarebbe tutto più giusto ed equilibrato. Ho 41 anni e amo il mio lavoro da 16
anni e così come il resto dei miei colleghi crediamo in una coscienza etica del nostro ministero, nell’impegno costante del nostro dirigente, del personale di segreteria, collaboratori e degli alunni. Essere portatori sani di competenze didattiche e quotidianamente riuscire sempre a trasformarle in esperienze e vissuti apprenditivi significativi, comprende anche produrre il combustibile perfetto per il nostro “pulmino speciale” che è la scuola italiana…nel mondo! Per questo chiedo allo stato di valutare bene i lavoratori della scuola e attribuire il giusto valore anziché sminuire il nostro ruolo continuamente!
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