Mentre assistiamo, in questi giorni, alle prime sortite del nuovo Ministro e dei sottosegretari dell’Istruzione e del Merito, è proprio questa nuova denominazione del ministero stesso a tenere banco sia a livello mediatico che sui social. E, prima o poi, si dovrà nuovamente affrontare la questione della norma riguardante il cosiddetto docente esperto, denominazione che, in un successivo passaggio parlamentare, si è proceduto in fretta e furia a cancellare: in effetti questo avrebbe condotto ad una imbarazzante conseguenza logica, cioè affermare che nessuno dei docenti in servizio poteva e può essere considerato “esperto” attualmente.
Tenuto conto che si accede al ruolo di docente normalmente per concorso, questo avrebbe rappresentato una sorta di harakiri istituzionale vero e proprio. Conosciamo tutti la normativa licenziata a riguardo. L’aspetto decisamente curioso di tutta questa procedura è che non vi sarà alcuna certezza di poter conseguire tale incentivazione: la valutazione finale rappresenterà solamente il primo check point da superare per il docente che aspira a questa nuova posizione. Il numero degli “stabilmente incentivati” sarà infatti limitato e probabilmente anche oggetto di graduatoria. Questa norma, a mio avviso, risulta essere del tutto discutibile non in base a considerazioni ideologiche o sindacali, ma facendo riferimento ad alcune considerazioni di semplice logica. Infatti:
Affermare che non esistano attualmente delle competenze certificate e/o certificabili nel mondo della scuola rappresenta un’inspiegabile negazione della realtà: il riferimento va, ad esempio, alle certificazioni linguistiche, master, dottorati di ricerca o altri titoli. Tutto questo può essere liquidato come se fosse spazzatura? E, sempre secondo questa logica ministeriale, i docenti che svolgono ruoli sensibili e/o di responsabilità devono essere considerati ad oggi dei dilettanti allo sbaraglio, in attesa dell’arrivo dei veri e propri docenti competenti?
Da poco trasferito in un altro Istituto, quest’anno mi è stato chiesto di ricoprire il ruolo di funzione strumentale per la Valutazione e l’Autovalutazione, ruolo che avevo ricoperto per diversi anni nel mio precedente IC. Per svolgere tali compiti ho partecipato in passato a diversi corsi di formazione specifici, convegni, seminari e scuole estive. Ho accettato di svolgere ancora una volta questo incarico per puro spirito di collaborazione, ma sono fortemente tentato a non rinnovare la mia disponibilità per il prossimo anno se rimarrà in vigore questa legge: per quale motivo, infatti, dovrei ricoprire un ruolo piuttosto delicato se il Ministero mi ritiene una persona che non ha ancora maturato le competenze necessarie in base ai suoi standard? O sono competente o non lo sono. Per il Ministero no, per la mia scuola sì. Incredibile: credevo fossero in qualche modo collegati o imparentati…di qui il richiamo, nel titolo di questo documento, alla ben nota figura di Amleto.
Giacomo Rota
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